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“E venne il giorno in cui il messaggero del gran re miceneo Agamennone fu ammesso alla presenza del re Nireus. Il suo compito era ottenere un tangibile contributo in uomini e navi per la grande spedizione punitiva greca allestita contro Troia con l`intento di vendicare il grande affronto a Menelao. Nessuno della corte del giovane re ancora immaginava quali drammatiche e luttuose conseguenze avrebbero portato dieci anni di guerra sotto le mura della città fortificata che ospitavano Paride e la contesa bellissima Elena.
Il re Nireus, presa la decisione, convocὸ i prìncipi e i notabili dell’isola e decise di partire per la guerra dopo aver malinconicamente abbracciato la sua promessa sposa Korydallo. Con lui lasciarono le proprie case un manipolo di uomini ben addestrati provenienti dai singoli piccoli reami dell`isola e tre navi armate per la battaglia.”

Quando storia e leggenda si fondono miti ed eroi si appropriano del nostro lato razionale, lasciando spazio al palcoscenico sul quale si rappresenta la nostra narrazione, una tragedia greca dal fascino irresistibile, mitigata dalla bellezza dei luoghi nei quali si svolge: la struggente storia d`amore di Korydallo e Nireus.
Per i piὺ, il giovane re Nireus, figlio del re Harope, non risulta familiare al pari degli altri protagonisti dell’Iliade, immortale opera omerica. Al tempo della spedizione a Troia lui era il re di Symi, isola del Dodecaneso.
Simi è un piccolo lembo di terra che conta oggi circa 2.200 abitanti su una superficie che, se racchiusa in una circonferenza, avrebbe sei chilometri di diametro. Solo per la statistica, prima dell`occupazione italiana del 1912 gli abitanti erano stimati in oltre 25.000.
L’isola, nota nel Dodecaneso per la sua lunga tradizione marinara di costruzione di barche in legno – tanto che la leggenda vuole sia stata costruita qui la nave Argo di Giasone e i suoi Argonauti – occupava diverse maestranze nella produzione del vino e nella raccolta e nella commercializzazione delle spugne naturali. Per questo era indicata anche come l’isola delle spugne, presenti sui banchi dei numerori venditori e, ancora oggi, una delle attrattive per i visitatori giornalieri, anche se il reale commercio terminὸ con l`avvento delle spugne sintetiche.

isola simi
Una veduta dell’isola di Simi

L’entrata nell’anfiteatro naturale del porto di Gialos, che nel V secolo a.C. vide la battaglia navale fra spartani ed ateniesi narrata dallo storico gravo Tucidide, bene rispecchia la ferma volontà e attenzione delle autorità locali e nazionali nel conservare questo unico scenario opera dell`uomo e della natura.
La tipica architettura che si incontra ovunque, dalle piccole case multicolore pastello a un piano con timpani decorati da maschere o da traforati alle stupende ville ottocentesche in parte oggi in via di ristrutturazione, accompagna affiancandola su ambo i lati la scalinata principale, la Kaly Strata, che dal porto Gialos sale al paese alto: oltre 470 gradini, per i più allenati, e una vista sulle baie, sulle barche ormeggiate, spesso lussuose, e sulle case da lasciare stupefatti.
Orientati sull’asse est-ovest ecco la presenza delicata, incastonati al sole sui pendii, di numerosi monasteri (una quantità inimmaginabile, si parla di 245 siti religiosi). I mulini posti sul pendio sinistro, oggi alcuni ristrutturati e altri ancora in attesa di interventi, completano una scenografia unica e testimoniamo un passato di lavoro isolano oggi scomparso.

Fra baie e calette, con il mare di un blu intenso che sfuma al blu-verde e allo smeraldo, il re Nireus si allontanava da questo meraviglioso scoglio dell’Egeo e dall’amore, seguendo con le sue tre navi la rotta verso Troia insieme alle cento navi della spedizione punitiva. Ed ecco Omero nel II canto dell’Iliade tessere le lodi del giovane re: “Il re Nireus partì da Simi con tre navi, il figlio d Haropou e Aglaias. Egli era il piὺ bello dei re dopo Achille”.
Si racconta che il valoroso e affascinante re di Simi ebbe scontri epici sotto le mura di Troia, combattendo valorosamente contro le Amazzoni, le donne guerriere al comando della bellissima regina Pentesilea, chiamate da Priamo dopo la morte di Ettore a difendere Troia contro i Greci.
In un ultimo corpo a corpo, intrappolato da numerosi nemici, l’infausto destino attendeva inesorabile Nireus. Le sue ceneri riportate a Simi all’interno di un’urna dal comandante Xoute, il padre di Korydallo, furono deposte dalla stessa amata e promessa sposa nella grotta di Nanou sull’isola, destinandosi lei stessa a vivere per sempre nell`oblio.

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Marco Bonora

Nato sul confine fra le province di Bologna e Ferrara, dove ancora vive e risiede . Si occupa di marketing e di progettazione nel settore Architettura per una industria vetraria, lavora in una multinazionale euroamericana. E’ laureato in Tecnologie dei beni culturali e in Scienze e tecnologie della comunicazione presso l`Università di Ferrara. Scrive articoli su riviste del settore e ha pubblicato due volumi tematici sul vetro contemporaneo innovativo e sul vetro artistico delle vetrate istoriate del `900 presenti nelle chiese del nostro territorio. Grande passione da sempre per i viaggi a corto e lungo raggio e il mare.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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