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Da: Ufficio stampa Legacoop Estense

“Grazie a tutti per il vostro impegno, cooperando ce la faremo”.

Il presidente di Legacoop Estense Andrea Benini, insieme ai vicepresidenti, ringrazia le cooperative.

Sui territori di Ferrara e Modena, donazioni per oltre 800.000 € per gestire l’emergenza sanitaria

“In queste settimane così difficili, tutte le cooperative stanno affrontando sfide inedite e complesse. Molte nostre associate hanno subito la sospensione forzata dell’attività, dovendo attivare gli ammortizzatori sociali per i lavoratori rimasti a casa. Altre, operando in servizi essenziali e di pubblica utilità, si trovano a gestire un carico crescente di lavoro, con la difficoltà di garantire la sicurezza dei propri soci e lavoratori.

Le cooperative stanno affrontando questa emergenza con i valori che le contraddistinguono: solidarietà, mutuo aiuto, attenzione alle persone e alla comunità. Servirà un grande sforzo collettivo, significative misure di sostegno alle attività economiche e alla rigenerazione sociale, ma proprio davanti alle difficoltà la cooperazione sa dare il meglio, come sistema di imprese, ma anche come metodo di lavoro.

Per questo vogliamo ringraziare tutte le socie e i soci, le lavoratrici e i lavoratori che, con grande impegno e senso di responsabilità, continuano ad operare per garantire servizi di primaria necessità: dal trasporto degli ammalati, alla distribuzione dei pasti negli ospedali; dai servizi di assistenza alla persona, alle pulizie e sanificazioni degli ambienti; dalla produzione agroalimentare, alla logistica, fino alla distribuzione dei beni di prima necessità nei supermercati e al trattamento dei rifiuti.

In un contesto così critico, è motivo ulteriore di orgoglio vedere che tante realtà del mondo cooperativo hanno scelto di supportare, con donazioni anche molto importanti, il Sistema Sanitario Nazionale, la Protezione Civile e le Istituzioni, impegnate in uno sforzo senza sosta nella gestione dell’emergenza.

Il nostro ringraziamento va alle cooperative di Modena e Ferrara che hanno donato al territorio oltre 800.000 €, senza contare le iniziative nazionali e le infinite azioni di solidarietà che nessuno viene a sapere. Un modo concreto per dare una mano in un momento difficile, anche questo significa essere una Lega di cooperative.

Continueremo in questa direzione e come Legacoop Estense saremo ogni giorno al fianco delle cooperative, dei soci, dei lavoratori e dei territori, nell’auspicio che possiamo insieme uscire presto da questa emergenza, ancora più uniti e solidali.

Cooperando ce la faremo

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Riceviamo e pubblichiamo


PAESE REALE

di Piermaria Romani

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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