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È l’inaugurazione della seconda parte della stagione, di cui costituisce uno degli appuntamenti più
importanti, ed è dedicato alla memoria di Claudio Abbado. Martedì 11 gennaio – Teatro Comunale, inizio
alle 20.30 – Ferrara Musica propone il concerto della Mahler Chamber Orchestra, che vedrà sul podio
Daniele Gatti, uno dei più prestigiosi direttori d’orchestra al mondo. Gatti e MCO tornano nella città
estense a tre anni dall’ultima volta, con un programma incentrato completamente su Robert Schumann,
concludendo così l’acclamato ciclo internazionale che ha proposto l’integrale della sua produzione
sinfonica.
Il concerto – che è partito da Colonia, per fare poi tappa, oltre che a Ferrara, a Modena, Reggio Emilia e
Cremona – ha un forte valore simbolico: uno stretto legame unisce il grande direttore milanese scomparso otto anni fa, la città di Ferrara e la Mahler Chamber Orchestra. Fu proprio Abbado, infatti, nel 1997, a fondare la MCO, che è stata in residenza artistica a Ferrara Musica fino al 2015. Un rapporto sempre più intenso unisce all’orchestra anche Daniele Gatti, cominciato nel 2010 con un’acclamata rappresentazione di Lulu di Berg ai Wiener Festwochen. Tra 2015 e 2016 Daniele Gatti e la Mahler Chamber Orchestra hanno realizzato il ciclo completo delle Sinfonie di Beethoven, facendo tappa anche a Ferrara con l’esecuzione, in due diversi concerti, delle Sinfonie nn. 1, 2, 5, 8 e 9. Dopo la conclusione del ciclo beethoveniano, la MCO e Gatti hanno spostato la loro attenzione sull’opera sinfonica di Schumann. Gatti è oggi uno dei più prestigiosi direttori d’orchestra al mondo.
Recentemente nominato Direttore principale del Maggio Musicale Fiorentino, Daniele Gatti è Direttore
musicale dell’Opera di Roma e dell’Orchestra Mozart, oltre che Consulente artistico della Mahler Chamber Orchestra. Ha ricoperto incarichi presso orchestre come quella del Concertgebouw di Amsterdam, dell’Accademia di Santa Cecilia, presso la Royal Philharmonic Orchestra e la Royal Opera House di Londra. I Berliner e i Wiener Philharmoniker, la Staatskapelle di Dresda, la Symphonieorchestrer des Bayerisches Rundfunk e la Filarmonica della Scala sono alcune delle istituzioni sinfoniche che dirige regolarmente. Tra le migliori orchestre del mondo, la Mahler Chamber Orchestra ha avuto il suo primo successo internazionale nell’estate del 1998, con una produzione del Don Giovanni di Mozart sotto la direzione di Abbado, al Festival di Aix-en-Provence. A fianco di Abbado, è Daniel Harding il direttore che ha giocato il ruolo più significativo nella storia dell’orchestra; oltre a Daniele Gatti nel ruolo di Consulente Artistico, la pianista Mitsuko Uchida, i violinisti Isabelle Faust e Pekka Kuusisto e il direttore d’orchestra Teodor Currentzis sono attualmente i Partner Artistici che danno ispirazione e contribuiscono alla formazione dell’orchestra. Il concerto si aprirà con l'ouverture della Genoveva, la sola opera di Schumann, andata in scena nel 1850: l’ouverture è uno splendido preludio dal grande slancio sinfonico, che riassume i temi dell’opera; e il Konzertstück per quattro corni e orchestra op. 8, un pezzo che testimonia del crescente interesse del compositore verso il corno a pistoni, che in quegli anni stava soppiantando il corno naturale, e che fu eseguito per la prima volta il 25 febbraio 1850. Verrà poi eseguita la Terza Sinfonia op. 97, l’ultima a essere completata, se non a essere pubblicata (la Quarta è di nove anni precedente) e in essa Schumann rielabora l’eredità beethoveniana, facendo emergere la propria, originale forma di sinfonismo romantico. Salutata al suo debutto da un’accoglienza trionfale, è rimasta forse la più amata delle sinfonie schumanniane. Per crearla impiegò circa un mese, completandola verso la fine del 1850 e ribattezzandola “Renana”, in omaggio all’amata Renania in cui si era trasferito insieme alla famiglia due anni prima.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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