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L’atleta moderno, al giorno d’oggi, non si ritrova più necessariamente ad impegnarsi a correre 100 km alla settimana come era comune negli anni Ottanta. Il corridore medio, oggi, corre la metà di questo ammonto e subisce molti meno traumi di un tempo pur non diminuendo la sua abilità competitiva. Nonostante questo, presso il mio studio di Ferrara arrivano atleti e amatori che fanno regolarmente maratone o corse su strada e quasi tutti soffrono degli effetti di allenamenti stressanti. Di seguito qualche spiegazione sul perché succede e qualche indicazione su come evitare quei traumi comuni che impediscono a tanti atleti di raggiungere determinati obiettivi sportivi nella loro specialità.

Alcune considerazioni sull’assorbimento dello shock

L’impatto al suolo, le forze coinvolte:
– spinta verticale da 2 a 3 volte il peso del corpo;
– di taglio in avanti 50% del peso del corpo
– di taglio mediale 10 volte il peso del corpo

Queste forze devono dissiparsi in meno di 1/3 del tempo (0.2 sec.) necessario quando si cammina.
Il punto massimo d’impatto delle forze generalmente avviene nei primi 20 a 30 metri dopo il contatto del piede. I piedi del corridore entrano in contatto col suolo da 800 a 2000 volte per miglia (50 – 70 volte per minuto per ogni piede). Questo significa la dispersione di 100 tonnellate di forza per miglia.

Deterioramento dell’assorbimento dello shock nelle scarpe da corsa:
– dopo 50 chilometri, perdita di 25%
– dopo 100 chilometri, perdita di 33%
– dopo 250 chilometri, perdita di 40%

Lo shock e l’impatto lungo il tragitto
L’assorbimento e la distribuzione dello shock causato dalle forze del passo da corsa iniziano nell’arco mediale del piede e poi passano lungo i muscoli laterali della gamba inferiore e lungo le membrane interossea tra la fibula e la tibia, l’articolazione della fibula dalla parte del ginocchio. Di qua verso il ‘biceps femoris’ (una porzione del muscolo Hamstring) alla tuberosità ischiatica (le ossa del sedere) fino il ‘gluteus maximus’ e i muscoli sacroiliaci, e finalmente al ‘multifidus’ e alle porzioni mediali del ‘quadratus lumborum’. Tutto il tempo i muscoli addominali obliqui devono mantenere una posizione stabile. Qualsiasi tensione dei muscoli corti o disallineamento articolare possono causare un’interferenza con la dispersione di queste forze, provocando così dei traumi cronici che probabilmente appariranno una volta che la distanza è aumentata.

Influenza di una postura scorretta
L’allenamento non rappresenta l’unica causa dei suddetti traumi, ma la quantità d’alto impatto continuo e ripetitivo come la corsa può portare alle estreme conseguenze una postura scorretta, che si va a sommare, per esempio, alle lunghe sedute al computer o alla scrivania durante il lavoro, o alle lunghe distanze seduti alla guida, o ancora svolgendo un lavoro manuale pesante e comunque attività che avendo una natura ripetitiva possono portare ad un abuso di alcuni distretti muscolari ed ad uno squilibrio e cambiamento posturale.

Consiglio, attenzione allo ‘shin splints’
Dopo un riscaldamento molto leggero si puo’ iniziare il programma ma con l’obiettivo di non strafare controllando sempre la respirazione. In poche parole, si consigliano buoni modelli di respirazione, lavoro agevole delle braccia, lavoro scorrevole dei piedi fino ai calcagni, scaricando la parte anteriore della gamba per usare la minore energia possibile. Lasciare sempre un intervallo di 48 ore tra le corse. Far sì che nei programmi non ci sia un ulteriore aumento del tempo di corsa, evitare quindi un nuovo impegno di corsa come salite e discese di colline. Questo può provocare un trauma, il cosiddetto shin splints o dolore alla rotula.

Lo stress e la saggezza del corridore
Molte persone, oggigiorno, lavorano lunghe ore in condizioni troppo stressanti, altre persone subiscono lo stress collegato alla vita famigliare. Alcune hanno anche preoccupazioni finanziarie. Queste cose, aggiungendo qualsiasi altro stress fisico, possono portare ad un vero e proprio esaurimento funzionale delle risorse del corpo. I segnali sono vari, ad esempio: facilità a prendere raffreddori, super-stanchezza, comportamenti incostanti e traumi che non si risolvono da soli. E’ necessario assicurare nel vostro allenamento anche un programma per i tempi di riposo e di recupero, e una corretta alimentazione.

Consigliatevi sempre con un Osteopata qualificato.

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Nuccio Russo

È osteopata ed esperto in tecniche ergonomiche e posturali, studioso e ricercatore in anatomia craniale per lo studio delle cefalee. E’ nato e risiede in Sicilia, opera come consulente in diverse città fra le quali Ferrara, ed è conferenziere internazionale in Biofisica informazionale. Ama lo sport e la cucina macrobiotica.

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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Francesco Monini
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