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da: ufficio stampa coop. Aleph

Da questo weekend ala Palazzo Comunale di Genova la mostra della mosaicista ravennate Anna Fietta, all’interno di un progetto che coinvolge le Farmacie Comunali di Ravenna e Genova

‘Flowers’, la mostra di mosaici di Anna Fietta, approda al Palazzo Ducale di Genova. Dall’11 al 20 marzo i lavori realizzati nell’atelier di via Argentario a Ravenna e ispirati ai fiori, saranno nel capoluogo ligure all’interno di un progetto che coinvolge le farmacie comunali di Ravenna e di Genova. ‘Dopo il successo della mostra sulle ‘Saraghine’ nel 2015 – spiega la mosaicista Anna Fietta – abbiamo deciso di riprovarci, questa volta ispirandoci ai fiori, ne abbiamo realizzati tanti e diversissimi tra loro, guardando all’iconografia bizantina ma anche reinterpretando il soggetto in chiave moderna e originale. Diciamo che le nostre sono citazioni accennate’. Ci sono le corolle di Galla Placidia, quelle che nella volta si alternano alle stelle, i gigli di Sant’Apollinare in Classe, i festoni, reinventati e ridimensionati, di San Vitale. Ma ci ci sono anche produzioni originali come il prato fiorito che, nato dalla fantasia di Anna Fietta, si declina in diverse versioni, da quella pavimentale a quella da parete. E ancora ci sono i lampadari a forma di fiori. Ci sono fiori da appendere, da appoggiare, con lunghi steli da tenere in vaso. Solo per citarne alcuni. A Genova verranno esposti oltre 25 pezzi. Costante di tutta la produzione è un piccolo e inconfondibile colibrì, che sostituisce la tradizionale colombina dei mosaici ravennati. Quella dei fiori è una produzione in continua evoluzione e ogni giorno si arricchisce di nuove idee e nuovi lavori.
Il progetto della mostra a Genova è il risultato della collaborazione tra Anna Fietta e le farmacie comunale ravennati. Da due anni i mosaici di Anna Fietta sono fonte di ispirazione per il packaging della linea di cosmesi ‘Mosaico’ delle farmacie comunali ravennati. La linea sta ottenendo molto successo e altre farmacie, in altre zone d’Italia, hanno mostrato interesse per il prodotto. Tra queste anche quelle di Genova che hanno cominciato a commercializzare il prodotto. Da qui la richiesta, da parte del direttore delle farmacie genovesi, di organizzare una mostra in una delle sale del suggestivo Palazzo Ducale appunto a Genova.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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