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Un nuovo pannello è esposto a Casa Ariosto. E’ frutto del lavoro di Sofia Bassi, Sara Bersanetti, Giorgia Cazzola, Francesco Franchella, Michele Guerzoni, Mara Leonardi, Isabella Marulli e Tommaso Ricci, gli otto stagisti dell’alternanza scuola- lavoro tra il Liceo Ariosto, la scuola di Bassani, e Arch’è Associazione Culturale Nereo Alfieri.
I ragazzi, sotto la guida della tutor Silvana Onofri, coadiuvata da alcuni soci, hanno anche recuperato, da un raro filmato della Fondazione Giorgio Bassani, la lettura da lui fatta del manoscritto della poesia “La porta Rosa”, che domenica viene proiettato in mostra e che sarà poi conservato nella sede della Fondazione Giorgio Bassani, a piano terra di Casa Ariosto.

Bassani scrive la poesia “La Porta Rosa” nell’ estate del 1973, in seguito alla visita al parco archeologico di Velia, l’Elea di Parmenide.
Era accompagnato da Mario Napoli, il bravo ospite Soprintendente, che aveva conosciuto tramite Alfonso Gatto, poeta e amico di entrambi. Mario Napoli, infatti, non è stato solo un grande archeologo a cui si devono importanti scoperte rimaste nella storia, ma anche un intellettuale a tutto tondo, amico di poeti e artisti.
Giorgio Bassani arriva a Velia dalla vicina Maratea con la sua compagna Anne – Marie Stelhin alta e bionda e straniera e di roseo sangue e rimane incantato dall’epopea mediterranea raccontata dalle pietre della città. La sintonia tra Giorgio Bassani e Mario Napoli è spontanea ed immediata, ambedue sono diversamente impuri italioti.
La Porta Rosa, costruita dai coloni focesi di Elea, era un fornice di m. 5.92 che univa il quartiere meridionale a quello settentrionale della città greca ed era sormontato da un viadotto che collegava le due sommità naturali dell’acropoli.
Mario Napoli l‘aveva scoperta nel 1963 e l’aveva chiamata in questo modo sia per il gioco di pietra e luce, che al tramonto crea uno splendore rosaceo, sia da Rosa, il nome dell’ancor giovane sua sposa conscia consorte negli studi congeniali e madre dei sui figli.
Giorgio Bassani conclude così la poesia dedicata ad Anne – Marie :
Non lasciarmi solo a scavare nella mia città a resuscitare / grado a grado alla luce / ciò che di lei sta sepolto là sotto il duro / spessore di ventimila e più giorni / È là Rosa mia mia Regina che io sono giovane e bello e puro / Ancora / là l’esclusivo padrone e signore per sempre il solo / Re

Aperta dal martedi alla domenica a Casa Ariosto, via Ariosto 67. Orari 10.30/12.30 e 16.00/18.30. Info: fondazionegiorgiobassani@gmail.com

Da: Fondazione Giorgio Bassani e Associazione Arch’è

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

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Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

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