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da: Ufficio Comunicazione Eventi Unife

La Musica, il Cervello. E’ questo il tema della Lectio Magistralis che si svolgerà domani, venerdì 4 dicembre, dalle ore 14.30 alle ore 18.30 nell’Aula Magna del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Ferrara, (c.so Ercole I D’Este, 37), tenuta da Eckart Altenmüller, Direttore dell’Istituto Internazionale di Fisiologia della Musica e Medicina per i Musicisti e Direttore del Dipartimento di Neurologia dell’Università di Hannover in Germania.
La lezione dedicata al ruolo della musica nel recupero del benessere psico-fisico, è organizzata nell’ambito delle attività didattiche del Corso di Perfezionamento in Musica e Musicoterapia in Neurologia dell’Università di Ferrara, diretto dal Prof. Enrico Granieri della Clinica Neurologica insieme al Maestro di Musica Prof. Giorgio Fabbri e al Prof. di Musicoterapia Alfredo Raglio.
L’iniziativa si articolerà in due momenti principali. Il primo dal titolo “Come la musica nutre il cervello” verterà sui processi di plasticità cerebrale indotti dalla musica nelle persone in buona salute e nelle persone colpite da disordini neurologici. La seconda parte sarà dedicata al tema “Come la musica produce emozioni”, con la presentazione di brani musicali per flauto traverso seguiti da interventi esplicativi del Prof. Altenmüller.
Tra i brani la Sonata a minor of J.S. Bach, la Sonata a minor of C.P.E. Bach, Etude in G-Major by Carl Andersen, Suite Mythologique by Leonardo di Lorenzo, Requiem for Flute by Fukushima e Syrinx by Claude Debussy.
La lezione, aperta a tutti, è rivolta agli studenti del Corso di Musica e Neurologia, agli operatori sanitari, ai medici specialisti in Neurologia, Neuropsichiatria Infantile, Pediatria, Fisiatria, Foniatria, Audiologia, Psicologia, ai Fisioterapisti, agli Infermieri, agli Educatori Professionali, ai Logopedisti, ai laureati nelle Professioni Sanitarie e in Scienze Motorie, a docenti e studenti del Conservatorio e musicisti.
A richiesta sarà rilasciato l’attestato di frequenza presso la segreteria della Clinica Neurologica, settore 1C3, Ospedale di Cona. Per info: e-mail tdm@unife.it – tel. 0532 236304
Per informazioni: Carlotta Cocchi – 0532/293554 – 338/6195391

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UNIVERSITA’ DI FERRARA

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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