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La Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte con le toppe alla sottana
Viva, Viva La Befana!

Il curioso piccione ferrarese mi aveva lasciato la sorpresa. E non parlo della sorpresina cui tutti pensiamo quando vediamo un piccione, quella che dicasi portare fortuna, per intenderci. Si tratta di ben altro, cari amici. Sul mio davanzale accarezzato dalla brina c’era, infatti, un bel biglietto arrotolato. Quasi una piccola pergamena. La mia curiosità era alle stelle ma, prima di scartarlo, così come si fa con un gustoso ovetto di cioccolata del quale si vuole immaginare, indovinare e pregustare la sorpresa, volevo sognare un po’, ancora per qualche minuto. La fantasia voleva volare, libera.
Cosa ci poteva essere scritto su quel piccolo pezzo di carta? Quale messaggio poteva contenere? Parole misteriose? Parole d’amore? Una favola d’altri tempi? Un segreto mai svelato? Una storia miracolosa? Uno scoop che avrebbe cambiato la mia vita? Una confessione unica? Cosa avrei voluto veramente trovarci? Cosa mi aspettavo? Romantica come sono, avrei voluto leggerci parole d’amore, arrivate da lontano. Un compagno ingegnoso, sagace, ardito e astutamente fantasioso come il mio sarebbe capace anche di questo, facendo sorvolare il ventoso Mediterraneo a quel piccolo pennuto spaventato. I miei pensieri erano, però, ancora stanchini, erano le sette meno un quarto del mattino e il caffè ancora non mi aveva svegliato del tutto. Dovevo aprire quel biglietto, quindi, e presto, per destarmi completamente e, soprattutto, per placare quella curiosità da scimmietta che non mi faceva ragionare e fantasticare troppo (scimmia o non scimmia sfido chiunque a non sentire il bisogno di precipitarsi ad aprire un bigliettino lasciato da un piccione sulla propria finestra…).
E voila’, allora, eccomi a leggere. Incredibile. Mi scrive la Befana. “Fa freddo, cara amica, e io arrivo, come sempre, con vento di tramontana e calze rotte. Quest’anno, nella tua grande calza appesa al camino, ti porto buone notizie, nessun pezzo di carbone, non te lo meriti proprio. Semplicemente perché dici sempre quello che pensi e aiuti bambini, anziani e cani, i miei veri amici. Mi piace poi come scrivi, sempre avvolta nella fantasia e nel rosa, nel voler trovare il bello a tutti i costi, nel saper dire e credere che la bellezza salverà il mondo. Devi però stilare un tuo elenco di buoni propositi, se vuoi qualche dolcetto in più. Affare non semplice.
Porterò, tuttavia, molto carbone a questo mondo, per le sue malefatte, ci tengo a dirtelo, un carbone nero come l’inferno, ma anche simbolo dell’energia della terra. Questa terra grande meravigliosa. Sai che, in fondo, sono quasi una fata-maga generosa ma anche severa, simile a Madre Natura pronta a essere bruciata come un ramo secco per poter rinascere dalle ceneri come giovinetta Natura, per ridar luce a una luna nuova. Prima di perire, però, passo a distribuire doni e dolci a tutti, in modo da piantare i semi che nasceranno l’anno prossimo. Sono un anno vecchio, pronto a sacrificarsi per far rinascere un nuovo periodo di prosperità. Mi sacrifico ancora, mia cara amica, ora come ogni anno, come sempre, da secoli. Questa volta però ti chiedo uno sforzo particolare. Sono stanca di sacrificarmi ogni benedetto anno che passa su questa terra, senza vedere nuovi frutti, senza scorgere veri cambiamenti positivi in questo mondo difficile, senza cogliere un segno di pentimento in ogni uomo che combini seri guai, per usare un gentile eufemismo. Gli esseri pensanti mi sembrano sempre meno tali, gli animali sanno essere più umani. Dovresti solo provare ad aiutarmi a far comprendere ai tuoi simili alcuni concetti fondamentali e esortarli con questi pensierini: regalate amore e tempo, fate pupazzi di neve, leggete di più (seriamente e intensamente), raccontate favole a lieto fine, fate castelli di sabbia, andate in bicicletta, ascoltate la vostra canzone preferita tante volte, improvvisate, fate attenzione al lupo, sfidate le comete, provate sempre e ora a fare ciò che vi piace, mangiate gelati e noccioline, conoscete i vicini di casa, spegnete la luce e non fate scorrere l’acqua inutilmente, salite sul primo treno che passa, rispettate la natura, mangiate una mela al giorno, fate un budino o impastate una torta, preparate una zuppa calda per un povero, fate un pic nic in campagna, parlate con gli angeli (soprattutto con il vostro paziente angelo custode), passeggiate un pomeriggio di sole senza smartphone, accarezzate le onde del mare con i piedi nudi, sognate, organizzate un viaggio impossibile, improvvisate cortesie, distribuite atti di gentilezza a casaccio, sfogliate margherite sapendo già che uscirà m’ama. Sorridete di più e sempre e, come diceva Augusto, anche tu, cara amica, festina lente, affrettati lentamente.
A questa lista, che ti chiedo di provare a seguire, ti prego di aggiungere anche solo due nuovi propositi. Il compito e’ un po’ arduo ma so che per te sarà un’avventura. Vai, dunque, per il mondo e aiutami a diffondere queste parole. Ognuno saprà cosa farne e se anche solo una di queste cose verrà realizzata da qualcuno dei tuoi amici, potremo sperare che qualcosina cambi. Piano piano.
Auguri dalla tua cara Befana, allora, piccola amica mia. Take care”.

Che bigliettino curioso…

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Simonetta Sandri

E’ nata a Ferrara e, dopo gli ultimi anni passati a Mosca, attualmente vive e lavora a Roma. Giornalista pubblicista dal 2016, ha conseguito il Master di Giornalismo presso l’Ecole Supérieure de Journalisme de Paris, frequentato il corso di giornalismo cinematografico della Scuola di Cinema Immagina di Firenze, curato da Giovanni Bogani, e il corso di sceneggiatura cinematografica della Scuola Holden di Torino, curato da Sara Benedetti. Ha collaborato con le riviste “BioEcoGeo”, “Mag O” della Scuola di Scrittura Omero di Roma, “Mosca Oggi” e con i siti eniday.com/eni.com; ha tradotto dal francese, per Curcio Editore, La “Bella e la Bestia”, nella versione originaria di Gabrielle-Suzanne de Villeneuve. Appassionata di cinema e letteratura per l’infanzia, collabora anche con “Meer”. Ha fatto parte della giuria professionale e popolare di vari festival italiani di cortometraggi (Sedicicorto International Film Festival, Ferrara Film Corto Festival, Roma Film Corto Festival). Coltiva la passione per la fotografia, scoperta durante i numerosi viaggi. Da Algeria, Mali, Libia, Belgio, Francia e Russia, dove ha lavorato e vissuto, ha tratto ispirazione, così come oggi da Roma.

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Caro lettore

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Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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