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Che cosa significa oggi geografia? Esistono nuove geografie da esplorare?
A queste e a tante altre domande tenterà di rispondere il primo festival delle geografie in programma in Liguria questo fine settimana, dal 7 al 9 aprile.
L’evento, diviso in tre giorni, si propone anche di interpretare le nuove geografie individuali e collettive capaci di leggere e rileggere il paesaggio che ci circonda. Verranno coinvolti travel blogger e sarà anche realizzata una mappatura virtuale del territorio in collaborazione con OpenStreetMap assieme agli studenti del Liceo Pacinotti di Levanto.

Verrà disegnata una mappa collettiva della memoria attraverso uno storytelling dal titolo ‘I racconti della Valigia’ in cui si incroceranno i racconti di diverse famiglie, uomini e donne, giovani o anziani che ricostruiranno passo dopo passo la storia di Levanto e del territorio.
Saranno esposti i taccuini degli Urban Sketchers, i cartografi del nuovo millennio che potranno dar vita a un racconto vivo ed emozionante del presente. E non c’è miglior modo di far addentrare il pubblico nella geografia se non con escursioni a piedi, in bici o in barca, alla scoperta di itinerari inediti costruiti su tappe rappresentate da eventi, paesaggi e sapori.

Le mattinate saranno quindi tutte dedicate a escursioni organizzate e guidate, per terra e per mare, e daranno modo di scoprire nuove colline e villaggi strizzando l’occhio all’enogastronomia.
I pomeriggi, invece, saranno dedicati alle conferenze, che lasceranno spazio a ospiti italiani e internazionali, cartografi, geopolitici, astrofisici e artisti.
Le serate saranno poi dedicate a spettacoli e rappresentazioni, concerti, opere e rappresentazioni teatrali.

Per l’occasione saranno anche allestite due diverse mostre: ‘Matteo Vinzoni raccontato dalla graphic novel di Carola Perfigli’ e ‘Il viaggio in Amazzonia attraverso le tavole di Giulio Ferrario, un plumario straordinario e un documentario di Giovanna e Marco de Poli’.

Tra gli ospiti del Festival: Società Geografica Italiana, Geo4Map, il Fai, Legambiente, Fondazione Symbola, il Touring Club Italiano, National Geographic, Wikimedia.

Il Festival delle Geografie è organizzato dalla cooperativa Officine del Levante, in collaborazione con i comuni di Framura, Bonassola e Levanto e del Club per l’Unesco di Levanto e Cinque Terre.

Leggi qui il programma dettagliato

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Diego Gustavo Remaggi


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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