Skip to main content

“Scusate il ritardo – interviene Rosetta Caselli – mi dite se avete già parlato del monumento e della sua degna appendice, quell’ecomostro in fondo alla piazza?”. Le risponde Maria Grazia Adorni: “Sì, abbiamo pensato di togliere il monumento e ricollocarlo in una rotonda che accolga chi viene da Cento”. Tutti ridono, ma la proposta è seria, e finisce agli atti del primo incontro operativo del processo partecipato in corso a Sant’Agostino per ridefinire la piazza colpita dal terremoto.

MONUMENTO ECOMOSTROSono appassionati e prodighi di proposte i cittadini, una dozzina, che vi hanno preso parte, ieri, nella biblioteca comunale. Dopo i precedenti momenti in cui erano emersi i punti di forza e di debolezza del cuore del paese, ora si è passati alla fase più entusiasmante, quella in cui la fantasia può viaggiare e le idee possono prendere forma.

 

Il primo ad esporre il suo progetto è Patrizio Piccinini che mostra il disegno virtuale di una copertura della piazza nella zona dell’ex palazzo comunale e di parte di Piazza Pertini, che crei uno spazio permanente per molteplici funzioni.

PICCININI

MEDIATRICE 2 MEDIATRICE 1 LAVAGNA GRUPPO DISCUSSIONE

“Non dimentichiamo però che il nostro è un territorio di boschi, anche se ora rimane ben poco – aggiunge Gianluigi Tumiati – e mi piacerebbe che di questo vi fosse traccia anche nella piazza. Non vorrei che la copertura escludesse la presenza di alberi, che potrebbero anche coprire l’ecomostro in fondo, sarebbe un bene anche per chi ci vive dentro”.
Le suggestioni piacciono e subito si crea un tavolo di lavoro per approfondirle, così emergono anche altre proposte, come per esempio quella di spostare la viabilità e il parcheggio dalla piazza alla restrostante via Caduti di Nassyria, in modo da liberarla dalle auto e restituirla alla “mobilità dolce”, tema al quale è stato dedicato un altro tavolo del gruppo di lavoro.

Per Stefania Agarossi “la piazza dovrebbe diventare pedonale e ciclabile e connettersi alle altre piazze di San Carlo e Dosso, attraverso un percorso integrato di slow tourism”.
E dopo aver liberato e attrezzato la piazza, almeno con l’immaginazione, c’è lo spazio per pensare a cosa farci: “Vorrei che fosse vissuta 365 giorni l’anno” afferma Francesco Bonetti, gli risponde il figlio Gianpiero: “Ci si possono fare il mercato contadino e quello hobbystico, attività di promozione territoriale e turistica, attività culturali, ma anche commerciali, spettacoli, raduni, feste, una volta che la piazza è coperta la puoi usare molto di più”. E ancora, “Se si fanno delle attività, allora bisogna anche prevedere un piano interrato che funga da magazzino, sennò poi ci rubano le sedie!” auspica pratico Giordano Bonfiglioli.

 

Comune a tutti è un punto fermo, la piazza deve guardare al futuro, ma deve anche essere un luogo della memoria. Sia quella recente del terremoto, che quella più antica della storia del territorio.

Il tema è caro a Maria Grazia: “Mi piacerebbe lasciare una segnalazione grafica o con delle mattonelle del perimetro della vecchia sede comunale. E vorrei anche mantenere una piccola porzione di fondazioni, ad esempio gli archi, ricoprendola con una pavimentazione in vetro, in modo che ci si possa camminare sopra continuando a vederla”. “E bisogna anche mantenere la memoria del passato, magari con dei ceppi, ed evidenziare le rilevanze territoriali e culturali, magari con della segnaletica o dei totem”, aggiunge Vittorio Ferrioli.

E mentre ognuno sta espondendo quanto emerso nei tavoli di lavoro, la porta della sala si socchiude e si affaccia un bimbo di otto anni, è Alex della quarta elementare. Non ha potuto partecipare ai lavori della mattina perché era a scuola, ma anche lui ha la sua proposta e l’ha disegnata: è il nuovo municipio come lui l’ha immaginato, con due rinforzi nella torre dovesse mai tornare il terremoto, ed anche “una porticina per spalare giù la neve dal tetto”. Il disegno di Alex è stato allegato alle altre proposte e per tutti i prossimi appuntamenti sono per il 5 e il 12 aprile, con due laboratori aperti ai cittadini nei quali dagli schizzi si passerà alla realizzazione di veri e propri plastici, perché la nuova piazza inizi a prendere forma.

PROSSIMI APPUNTAMENTI
SABATO 5 APRILE e SABATO 12 APRILE 2014
dalle ore 9.00 alle ore 14.30

Lavoriamo Sul Futuro…
per trasformare il vuoto creato dalla demolizione del Municipio nel centro non solo di Sant’Agostino, ma anche di Dosso e San Carlo

Sala Bonzagni – Biblioteca di Sant’Agostino (FE) – Via Statale 191
Saranno presenti nei due giorni:
– alcuni esperti di urbanistica e architettura dello studio Diverserighe di Bologna
– un rappresentante del Ministero dei Beni e delle attività Culturali e del Turismo.

INFO E ISCRIZIONI
Ogni laboratorio è aperto a 25 partecipanti, le iscrizioni sono aperte a tutti i cittadini:
per e-mail a lessismore.santagostino@gmail.com oppure per telefono al numero 340 6483093 (Paola)
Al momento dell’iscrizione specificare se si vuole partecipare al laboratorio del 5 aprile o del 12 aprile o a entrambi.

(Fotoservizio di Stefania Andreotti)

DISCUSSIONE

ALEXTAVOLO 5 TAVOLO 4 TAVOLO 3 TAVOLO 2 TAVOLO 1 POSTIT6 POSTIT5 POSTIT4 POSTIT3 POSTIT2 postit

tag:

Stefania Andreotti

Giornalista e videomaker, laureata in Tecnologia della comunicazione multimediale ed audiovisiva. Ha collaborato con quotidiani, riviste, siti web, tv, festival e centri di formazione. Innamorata della sua terra e curiosa del mondo, ama scoprire l’universale nel locale e il locale nell’universo. E’ una grande tifosa della Spal e delle parole che esistono solo in ferrarese, come ‘usta’, la sua preferita.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it