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Che cos’è la politica che oggi governa l’Italia e che cos’è la politica che oggi si oppone a chi governa l’Italia? Come si potrebbe rappresentare e a che cosa ci potrebbe portare? Domande a cui dovremmo cominciare a dare delle risposte, visto che il futuro è nostro e realisticamente è già iniziato. Potrebbe essere il momento di fermarsi a riflettere seriamente, piuttosto che lasciarci trasportare dalla corrente e dai sondaggi che danno continuamente in crescita uno dei partiti di maggioranza, la Lega.
E più i sondaggi sono favorevoli alla Lega, più Salvini si trasforma in padre della Patria. La stessa Patria che fino a poco tempo fa, quando la Lega era Nord, non sembrava andare più in là del Po, mentre adesso difende i confini siciliani dall’invasione africana.
“Se mio figlio ha fame non posso negargli il pane”, così parla il Capitano che però studia da comandante supremo. E un comandante, si sa, non lascia indietro nessuno.

Salvini il rivoluzionario, vuole abbattere gli schemi, fa di tutto per mostrarsi uno del popolo e come il popolo agisce. Usa i social sempre e la cravatta solo in caso di necessità. Cavalca i temi della gente e non si nega mai un bagno di folla. Coinvolge e urla. E si tira tutto il Paese dietro le sue camicie sudate e, grazie al suo eterno show, la Lega vince anche nelle città del Sud.
Perché la Lega oggi è il popolo, come poco tempo fa lo è stato il Movimento 5 Stelle. E questo perché in politica, come nel trading, ci sono due modi di giocare. Seguire il trend oppure andare contro il trend. Salvini sta seguendo il trend, la pancia dell’elettorato stufo delle cattiverie sociali del Pd e delle vuote parole della Sinistra in generale. Il M5S, invece, vuole rimanere fedele alle origini che non sono più il trend giusto. I no che dovevano aiutare a crescere – per dirla alla Paragone – e che avevano caratterizzato la sua ascesa non sono stati riempiti di contenuti e non pagheranno nel lungo periodo proprio perché oramai la gente è stufa e vuole empatia immediata.
Basti guardare alle vicende delle Olimpiadi 2026, che seguono di poco gli eventi del Tav, un successo per il trend rialzista di Salvini e un’ulteriore battuta d’arresto per i M5S. Basta inseguire sogni a lunga scadenza, le persone hanno aspettato il cambiamento per troppo tempo e ora vogliono dei risultati. Lavoro, sicurezza e pochi discorsi. Cose semplici insomma.
I vuoti dei no andavano riempiti al momento giusto, dedicarsi adesso alla riflessione sarebbe chiedere troppo e, obiettivamente, appare un compito impossibile per un partito senza storia e senza scuola. Compito che dovrebbe spettare alla Sinistra del resto, che ha sia l’una che l’altra. Ma non può perché è orientata anch’essa ai grandi eventi, ai grandi appalti e quindi al capitale. Dimenticando che sarebbe tanto più utile dare a tutti i cittadini la possibilità di andare in palestra e praticare qualsiasi sport magari in forma gratuita. Tanti piccoli passi certo, ma per tutti, meglio di grandi e veloci salti che alla fine premiano solo qualche politico e i grandi imprenditori. Certo, temporaneamente anche lavoratori impiegati negli appalti e a negozianti impegnati a vendere qualche souvenir. I danni delle grandi opere e dei grandi eventi, invece, sono sempre stati ben distribuiti tra i contribuenti.

Il Movimento 5 Stelle non può sostituirsi alla Sinistra, è confuso politicamente e non ha un suo posto chiaro, per i grillini le ‘cose’ di destra o di sinistra sono pensieri vecchi mentre le ‘cose fatte bene’ sono buone per tutti. Come dire che non esistono più i conflitti sociali e che la politica a favore di Jeff Bezos è anche a favore di Mario Rossi, operaio siderurgico all’Ilva. Nel mondo reale sei costretto a dichiarare per chi stai lavorando, oppure urli, cavalchi l’onda e menti. Ma prima o poi ti scoprono.
E la Sinistra, quella che avrebbe gli strumenti, continua nella sua arroganza a inseguire l’altra parte della pancia degli elettori e quando il Capitano urla da una parte, lei va a dormire sulla Sea Watch per poter essere identificata dalla parte ostile alla Lega, ma la maggioranza non apprezza, anzi si distacca da loro sempre di più. Più si camuffa da migrante, da buonista o da lgbt e più viene emarginata.
Non siamo noi che “non abbiamo capito” le ragioni del Pd di Calenda o del qualcosa di Fratoianni. Noi abbiamo capito e sappiamo che dietro l’ossessione della tenuta dei bilanci, del debito pubblico e del rigore c’è il mostro neoliberista disegnato nei trattati europei. E Salvini ha capito che molti hanno cominciato a intuirlo e cavalca l’onda creando empatia con il suo fare antieuropeo da cui il Movimento si è tirato fuori. Ma, purtroppo per noi, il neoliberismo non si combatte da dentro, proprio come l’Europa che genera tassi di disoccupazione ‘strutturale’ troppo alti per qualsiasi paese normale al mondo.

Il neoliberismo e l’Europa delle élite e della finanza si combattono senza tentennamenti e con chiarezza, con la filosofia e il dialogo. Perché le persone devono comprendere il reale motivo per cui perdono il lavoro oppure non lo trovano, per cui le banche falliscono e le aziende chiudono. Quindi c’è bisogno di spiegare bene i fattori in campo, il che include anche gli esponenti politici e la loro posizione nel mondo reale, tralasciando l’incapacità di gestire quaranta migranti. Bisogna, insomma, uscire dalla propaganda che oggi guida il mondo politico.
Ma chi ci aiuterà a districarci tra le urla del Capitano, il naufragar dolce del Movimento e l’abbaglio neoliberista della sinistra moderna?

Che politica ci sta governando e che politica si sta opponendo a chi ci governa? Nessuna a mia avviso. Stiamo seguendo l’istinto, la ricerca dell’aggiudicazione del piatto, dell’elezione perfetta che azzererà tutto il dissenso, già molto basso, futile e perso nell’attenzione alla nave, mentre i porti d’approdo stanno bruciando. Ma siccome il momento buono per prendere il piatto potrebbe passare velocemente, allora i toni si alzeranno sempre di più fino a quando Conte e Di Maio dovranno scegliere se passare ai sì in ogni caso, e lasciare di fatto il Paese nelle mani del Capitano, oppure lasciare che le urne ne sanciscano la vittoria elettorale. Insomma, c’è solo la vittoria nel futuro prossimo della Lega.

A meno di sorprese dell’ultimo minuto, ovviamente.

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Claudio Pisapia

Dipendente del Ministero Difesa e appassionato di macroeconomia e geopolitica, ha scritto due libri: “Pensieri Sparsi. L’economia dell’essere umano” e “L’altra faccia della moneta. Il debito che non fa paura”. Storico collaboratore del Gruppo Economia di Ferrara (www.gecofe.it) con il quale ha contribuito ad organizzare numerosi incontri con i cittadini sotto forma di conversazioni civili, spettacoli e mostre, si impegna nello studio e nella divulgazione di un’informazione libera dai vincoli del pregiudizio. Cura il blog personale www.claudiopisapia.info

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Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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