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da: Federica Cesarini – press office IJF

Tante le tematiche che animeranno il primo giorno di ijf16; i giornalisti di La Repubblica Carlo Bonini e Giuliano Foschini a dibattito nell’incontro Il caso Regeni: i depistaggi, le inchieste, la ricerca della verità. Qual è la verità sulla morte di Giulio Regeni, rapito il 26 gennaio in Egitto e ritrovato morto una settimana dopo, barbaramente ucciso? Tra reticenze e depistaggi, resta uno spiraglio per la ricerca della verità sulla morte del giovane ricercatore italiano? (Alle ore 19.00 Sala Raffaello Hotel Brufani).

Tra i moltissimi ospiti: il giornalista, paleontologo e divulgatore scientifico Alberto Angela che presenterà il suo libro “San Pietro. Segreti e meraviglie in un racconto lungo duemila anni”, in un incontro alla Sala dei Notari alle ore 18.00; e torna al festival anche lo scrittore Fulvio Abbate protagonista di una serata teatrale dal titolo Il teatro degli oggetti: uno spettacolo-monologo, accompagnato dal musicista Gerardo Balestrieri (ore 21.00 Teatro della Sapienza).

Due gli incontri sul giornalismo sportivo: alle ore 16.00 nella Sala dei Notari, l’incontro Soccer telling, nello sport le parole sono importanti, con Beppe Bergomi commentatore tv Sky, Fabio Caressa condirettore Sky Sport e Giuseppe De Bellis vicedirettore Il Giornale. A 10 anni da quell’ “Andiamo a Berlino”, che ha fatto di loro una delle coppie più celebri del commento calcistico in tv, Caressa e Bergomi raccontano come si è evoluto il modo di fare la telecronaca di una partita.

Alle ore 18.00 al Teatro della Sapienza, Riccardo Cucchi Tutto il calcio minuto per minuto Radio Rai, Giorgio Matteoli Tgr Rai, Pierluigi Pardo Sport Mediaset ed Eleonora Trotta direttore Calciomercato.it <http://calciomercato.it/>, a dibattito sul tema Radio, tv, internet: il futuro del giornalismo sportivo.

Alcuni panel discussion da segnalare: Cronaca nera, effetti collaterali, con Lucia Annunziata direttore L’Huffington Post Italia, Antonio Campo Dall’Orto direttore generale Rai, Duilio Giammaria Tg1, Nino Rizzo Nervo presidente CISSFAGR e Antonio Socci direttore Scuola di Giornalismo Perugia (ore 16.30 Teatro della Sapienza); a confronto il mondo della scienza e quello dei media nel panel Com’è difficile informare: il caso degli OGM, con Giovanni Carrada Superquark Rai 1, Beatrice Mautino giornalista e scrittrice, Anna Meldolesi Corriere della Sera, Michele Morgante Università di Udine (ore 16.00 Sala Raffaello Hotel Brufani).

Quali sono le linee di confine tra l’advocacy e il giornalismo? WikiLeaks è davvero un arricchimento o è soltanto propaganda? Il crowdfunding promuove davvero il giornalismo indipendente o è l’ennesimo strumento in mano ai ricchi per manovrare l’opinione pubblica? Sono le domande a cui si cercherà rispondere nel panel C’è un futuro per il giornalismo indipendente? (ore 17.30 Sala Raffaello Hotel Brufani).

Alle ore 15.00 Palazzo Sorbello, Il caso Giornale dell’Umbria: limiti e possibilità dell’editoria locale, un incontro per mettere in evidenza tutti i limiti e le possibilità che l’editoria locale può avere al giorno d’oggi nel panorama dell’informazione, con Noemi Campanella UmbriaTv, Andrea Giuli, Andrea Luccioli, Umberto Maiorca CDR Giornale dell’Umbria e Cristiana Mapelli collaboratrice Giornale dell’Umbria.

Tantissimi anche quest’anno gli eventi dedicati alla formazione organizzati nell’ambito al festival che prevede 75 appuntamenti, tutti gratuiti. Tornano gli incontri Law&Order, 19 sessioni sugli aspetti legali della professione giornalistica per approfondire e prepararsi agli aspetti giuridici della professione. Da segnalare: La democrazia e il controllo elettronico di massa nell’era post-Snowden con Raoul Chiesa fondatore e president The Security Brokers (ore 15.00 Sala Priori Hotel Brufani); Tool per raccogliere, pulire e analizzare i dati con Gianluca De Martino e Andrea Nelson Mauro di Dataninja (ore 14.00 Hotel Sangallo); I dati, Excel e i segreti di Python con Marco Tulio Pires direttore School of Data; Datemi un (micro)drone e vi solleverò il giornalismo, con l’avvocato Giovanni Battista Gallus (ore 17.00 Sala Priori Hotel Brufani). Tra i workshop della prima giornata del festival: Comunicare l’Europa: una sfida tutta da affrontare; Video storytelling: a lezione dai grandi del mondo con Giampaolo Colletti giornalista e storyteller e Celia Guimaraes di Rai News (ore 16.00 Sala Perugino Hotel Brufani). Previsti anche corsi formativi tenuti da Twitter e Google Google Advanced Search: Images & Trends con Elisabetta Tola Google News Lab; Masterclass per giornalisti: Twitter e Periscope con Livia Iacolare Twitter Italia.

Fra le presentazioni: I media e il suicidio, come il giornalismo racconta le storie di suicidi. Una questione non solo di deontologia, ma soprattutto di etica con Carlo Bartoli presidente ODG Toscana e Mario Tedeschini Lalli Gruppo L’Espresso (ore 16.00 Palazzo Sorbello); Le basi della ricerca investigativa con Daniel Drepper cofondatore Correct!v (ore 15.00 Centro Servizi G. Alessi); Lo storytelling in TV: come sviluppare e costruire storie impossibili da dimenticare, con Marsha Barber Università Ryerson (17.00 Hotel Brufani Sala Perugino)

Nel trentennale del disastro di Chernobyl, arriva in anteprima al festival Il complotto di Chernobyl, il film di Chad Gracia, vincitore del Gran Premio della Giuria a Sundance 2015, che getta una nuova luce sulle origini e le motivazioni dietro il disastro (ore 20.30 Cinema Postmodernissimo).

In diretta dal festival, Voci del Mattino Radio1, condotto da Paolo Salerno dalle ore 06:00 alle 08:00 dal Bar Bellavista – Hotel Brufani.

Per consultare l’intero programma della giornata e del festival: < http://www.festivaldelgiornalismo.com/programme/2016 >

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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