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di Claudio Fochi

3. SEGUE – Le proiezioni sullo sviluppo del turismo in Europa (escluso il settore delle città d’arte) parlano chiaro. Si prospetta un incremento di flussi nei seguenti settori: cicloturismo; turismo eco-sostenibile e ambientale; bird-watching; bird-feeding; eno-gastronomico; turismo fluviale.
Ferrara ha enormi potenzialità nello sviluppo del turismo fluviale. La Darsena di San Paolo, a est del Ponte della Pace, lungo il Po di Volano, giace malinconicamente deserta in piena stagione turistica.
Che fare per far decollare il turismo fluviale?
Ecco alcune delle possibili strategie:

  •  investimenti, anche a lungo termine, sulle infrastrutture (Darsena, centri nautici, conche. dragaggi che rendano possibile la navigazione)
  • sostegno ai privati per inizio attività
  • esenzioni o facilitazioni fiscali nell’imprenditoria legata a turismo fluviale
  • creazione di piste ciclabili lungo l’acqua sui percorsi fluviali

Il panorama ferrarese in merito è sconfortante. Non esiste rete né sistema. Praticamente l’unica realtà percepibile che svolge turismo fluviale appoggiandosi alle scarsissime e insufficienti strutture della nostra darsena è l’imbarcazione “Nena” (che può ospitare fino a 100 pax).
Si elencano alcune forti criticità:

  • da novembre 2012 la chiusa di Valpagliaro è sotto sequestro (a causa di un incidente mortale). Ciò rende impossibile raggiungere la Valli di Comacchio con la navigazione sul Po di Volano.
  • non c’è più alcun referente per quanto riguarda la gestione della Darsena di San Paolo
  • recentemente, due bandi comunali per la gestione della Darsena sono stati disertati. Questo dice molto sul suo livello di appetibilità economica.
  • completa carenza di cantieristica che rende impossibile fare manutenzione alle barche. La “Nena” per fare manutenzione deve andare a Mantova o a Loreo.
  • non ci sono posti barca. Per rendere la Darsena maggiormente navigabile, basterebbe dragarla.
  • sempre per quanto riguarda la Darsena di San Paolo, non esistono infrastrutture turistiche.
  • imprenditori privati che gestivano attracchi lungo il Po di Volano e il Po di Primaro sono stati costretti a smontarli per problemi di tassazione e gestione di alti costi di manutenzione, a fronte di un flusso turistico ridottissimo. Ciò si è verificato per esempio alla Rocchetta di S. Egidio (già da diversi anni), nel pontile di Valpagliaro, a Fossalta, che praticamente non è operativo e non è sostenuto da volontà di migliorie. Gli unici attracchi operativi sono: Sabbioncello San Vittore, Final di Rero, Migliarino e le Vallette di Ostellato. Gli attracchi più vicini sono: Salvatonica, Ro e uno sul Boicelli.
  • non si può più andare sul Po di Primaro con una imbarcazione come la Nena. Ci sono problemi tecnici legati al flusso dell’acqua. Ci si può andare solo con barche più piccole, per esempio il “Lupo”, che può ospitare 12 pax, che potrebbero rendere difficile turisticamente parlando anche piccoli margini di profitto.
  • se anche una nave turistica di discrete dimensioni (esempio la “River Cloud”, 40 metri, 220 pax) potesse raggiungere la Darsena di San Paolo dal Po Grande, non avrebbe poi spazio di manovra per girarsi a causa delle dimensioni ridotte del bacino e della scarsa navigabilità di una parte della darsena.
  • non è possibile raggiungere Comacchio da Valle Lepri (a causa di un incidente)
  • il Ponte di San Pietro a Comacchio distrutto più di dieci anni fa da una bettolina, ricostruito recentemente come ponte apribile, che può lasciar passare natanti turistici, non funziona. Gli ingegneri che hanno progettato il software di gestione del ponte mobile non avevano le competenze necessarie per questo tipo di progetto. Non possono più passare le barche turistiche.
  • incredibile ma vero: a Comacchio non esiste un attracco.
  • una House Boat che parte da Ferrara per Ostellato (Vallette) non trova soste attrezzate intermedie (corrente elettrica per frigo e batterie e neanche pompe di benzina) e non le trova neanche ad Ostellato.
  • un requisito auspicabile per far decollare turismo fluviale con numeri imprenditorialmente interessanti sarebbe di poter consentire a barche di lunghezza di un centinaio di metri (oltre 200 pax) di poter accedere e manovrare nella nostra Darsena, ma ciò non è possibile con le infrastrutture attuali.
  • ci sono sette ponti sul Canale Boicelli: sarebbero tutti da modificare.
  • ci sono tre ponti sul Volano (a ovest della Darsena) fra i quali quello della Ferrovia che sarebbe problematico da alzare per cui si sta pensando, fra le altre possibilità, di realizzare una conca per abbassare in quel punto il livello dell’acqua.
    Quindi il messaggio è: ai fini dello sviluppo di un turismo fluviale interessante per la nostra città, che possa anche avere sbocchi occupazionali importanti, sarebbe fondamentale e prioritario riqualificare la Darsena di San Paolo e il Canale Boicelli.

L’Idrovia
Ai fini di un’implementazione del turismo fluviale eco-sostenibile sono necessari quattro fattori:

  • dragaggio dei fondali. Non solo nella Darsena di San Paolo, ma anche sul Po Grande. L’Aipo deve garantire un livello di acqua costante per consentire navigazione, come si riesce a fare a Mantova e Cremona, dove il turismo fluviale e molto più sviluppato che a Ferrara.
  • implementare una rete di attracchi e pontili affidabili e dotati di servizi. Per chi non lo sapesse, tutti i pontili devono poter fornire acqua e luce elettrica nonché indicazione per i rifornimenti (se non fornire direttamente combustibile). Sulle carte fluviali attuali sono indicati tutti i pontili, che però sono privi di infrastrutture. Turisti che faticosamente riescono ad approdare ai pontili hanno poi problemi a proseguire.
  • incentivi fiscali. Esisteva un sistema di esenzione fiscale per barche da lavoro (quindi anche turistiche), ma è stato soppresso.
  • regolamentazioni legislative su patenti nautiche, permessi e licenze. Adesso c’è il caos più completo. Le stesse autorità competenti sono incerte nello stabilire la tipologia di autorizzazione necessaria per navigazione turistica.

Un sogno: raggiungere le Delizie Estensi via acqua
I potenziali punti di attracco più vicini alle Delizie Estensi potrebbero essere Gaiba e Gaibanella (Primaro) per le delizie di Belriguardo (a Voghiera) e del Verginese (a Gambulaga) e Cona (Po di Volano). Ribadiamo che bisognerebbe idealmente tentare di collegare le Delizie Estensi con percorsi ciclabili strutturati capaci di interfacciarsi con percorsi fluviali.

4. CONTINUA

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Redazione di Periscopio

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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