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Da Fabio Zecchi

Al via una nuova edizione del concorso fotografico nazionale organizzato dall’associazione culturale Riaperture. In attesa del festival, che tornerà a Ferrara dal 6 all’8 e dal 13 al 15 aprile 2018, dopo il successo della prima edizione, Riaperture ripropone la call dedicata a fotografi professionisti e non, con la possibilità per i se-lezionati di esporre nel programma ufficiale della rassegna.

Ancora una volta, il tema del concorso riprende quello del festival, ‘reale’. Così come Ria-perture vuole interpretare la fotografia come chiave per riaprire spazi dimenticati della cit-tà, che diventano sedi espositive, il tema dell’edizione 2018 del festival cerca di riaprire i concetti della realtà circostante e ribaltare le prospettive e i punti di vista. Reale è ciò che la fotografia fissa in modo onesto, crudo e senza sovrastrutture. Reale è la visione del fo-tografo, che costruisce una visione personale e artificiosa di ciò che ritrae, rendendola così altrettanto tangibile, quanto la realtà stessa.

Il concorso fotografico di Riaperture non chiede risposte, ma domande. Si invitano i parte-cipanti a prendere in mano la propria macchina fotografica, e chiedersi se quello che li circonda è esattamente come lo vedono. O se forse c’è ancora un altro scatto da fare: più autentico, più proprio. Situazioni, luoghi, persone, circostanze: dall’ironia all’empatia, dalla fantasia alla lucidità, ci sono mille modi diversi per raccontare la realtà. Il concorso chiede di sviscerare il ‘reale’: ritraendolo come è percepito, oppure “costruendolo” con le proprie mani. Dal fotogiornalismo alle visioni oniriche, il reale esiste nel momento dello scatto.

La giuria della seconda edizione del concorso fotografico di Riaperture sarà composta da fotografi professionisti, presieduta da Massimo Mastrorillo (World Press Photo). Il con-corso si articola in due sezioni, “Foto singola” e “Progetto fotografico”, e prevede tre vinci-tori per entrambe le categorie. I selezionati saranno esposti in una delle sedi ufficiali del festival di fotografia, dal 6 all’8 e dal 13 al 15 aprile 2018 a Ferrara. In palio anche buoni premio offerti da Foto Pandini (Ferrara). Iscrizioni aperte fino al 24 febbraio 2018.

Fondata nel maggio 2016 da un gruppo di fotografi, professionisti e non, Riaperture è l’associazione che vuole portare a Ferrara qualcosa che prima non c’era: un festival di fo-tografia, innanzitutto, ma anche la spinta a riaprire attività commerciali abbandonate o spazi pubblici chiusi. Il concorso fotografico è soltanto una delle iniziative correlate al festival, il cui programma verrà annunciato nelle prossime settimane.

Info, regolamento iscrizione: www.riaperture.com/concorso

Contatti: Fabio Zecchi – tel 34892115311 – email stampa@riaperture.com

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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