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da: Regione Emilia-Romagna, Servizio Politiche di Sviluppo Economico, Ricerca Industriale e Innovazione Tecnologica

La Regione Emilia-Romagna parteciperà il 7 e 8 ottobre agli European Open Days di Bruxelles con il progetto ClusterPoliSEE – Smarter Cluster Policies for South-East Europe, del quale è partner insieme alla Regione Marche, Regione Veneto e ad altri 22 partner dell’area Sud Est Europa.

Insieme all’omologo progetto “Clustrat, New Cluster Concepts for Central Europe”, Cluster PoliSEE guiderà il dibattito tematico “Aumentare l’innovazione attraverso strategie inter-distretto e politiche di Smart Specialisation”. Obiettivo del dibattito è alimentare la discussione sulle future politiche europee di coesione, consentendo lo scambio di idee tra i responsabili politici di livello regionale, nazionale ed europeo ed esperti.

Attraverso il coinvolgimento di 25 partner provenienti da 12 Paesi, il progetto ClusterPoliSEE ha voluto individuare strategie di specializzazione intelligente per lo sviluppo su scala regionale e interregionale di cluster (distretti) ad alto livello di specializzazione e innovazione, che possano accelerare la differenziazione e il cambiamento strutturale verso un’economia basata sulla conoscenza in cui trovino posto tutte le Regioni dell’area Sud Est Europa. Il primo obiettivo del progetto è migliorare la capacità dei responsabili politici regionali di affrontare, prevenire e anticipare il cambiamento, attraverso l’individuazione di linee guida strategiche e la creazione di un sistema di networking che stimoli la cooperazione transnazionale tra regioni.

Durante il dibattito che si terrà mercoledì 8 ottobre al Committee of the Regions saranno illustrati i risultati ottenuti dai progetti Cluster PoliSEE e Clustrat grazie allo sviluppo di nuovi sistemi per l’apprendimento collaborativo delle politiche. Alla luce di questi risultati si discuterà di come strategie regionali intelligenti possono contribuire alla crescita dell’intera area, con particolare riferimento all’impatto delle Industrie Emergenti e delle Tecnologie abilitanti fondamentali.

La Regione Emilia-Romagna ha guidato il primo dei 6 gruppi di lavoro del progetto Cluster PoliSEE, dedicato a Innovazione, Ricerca e Sviluppo (“Innovation, R&D driven Cluster Development). Si è quindi occupata di analizzare, elaborare e sviluppare, a partire da casi di cluster esistenti, politiche e iniziative regional-based, nell’area specifica relativa a R&S e Innovazione. In particolare ha svolto un’analisi approfondita sul distretto biomedicale di Mirandola, uno dei principali casi di successo a livello regionale, sviluppando due focus su:

a) il Parco Scientifico e Tecnologico Materiali Innovativi e Ricerca Applicata del Mirandolese, un programma di ricerca presentato dalla Fondazione DEMOCENTER-SIPE insieme all’Università di Modena e Reggio Emilia

b) il Distretto Biomedicale e Protesica, coordinato dalla stessa Fondazione DEMOCENTER-SIPE

Obiettivo dell’analisi è stato comprendere le esigenze delle imprese appartenenti a questi cluster per poter programmare e realizzare progetti e azioni mirate – anche dal punto di vista dei futuri finanziamenti – al rafforzamento strutturale e al miglioramento della competitività del cluster.

Gli OPEN DAYS – European Week of Regions and Cities –, sono nati per permettere alle realtà locali, città e regioni, di mostrare la loro capacità di creare sviluppo e lavoro e di mettere in pratica le politiche europee di coesione, dando prova dell’importanza che il livello locale e regionale riveste per la buona governance dell’Europa.

L’evento è diventato una piattaforma di cooperazione europea per gli esperti dello sviluppo di politiche su scala locale e regionale, con 6000 partecipanti ogni anno e più di 100 workshop e dibattiti, e opportunità di networking (vedi www.opendays.europa.eu). Gli OPEN DAYS sono l’evento chiave dell’EU Regional Policy, che vede nelle regioni le unità spaziali primarie di trasferimento della conoscenza, di costruzione di sistemi innovativi e competitività in grado di attirare investimenti e talenti.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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