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Da: Ufficio Stampa Ascom Ferrara

Stop alla violenza sulle Donne è stato premiato nel’ambito della 4 edizione del premio regionale “ER.SI Innovatori responsabili”.

“Un riconoscimento che ci stimola a fare sempre di più è sempre meglio sui temi sociali e in particolare della promozione di una cultura del rispetto autentico. Un grazie all’Arma che dei Carabinieri che ci ha voluto come partner in questo progetto” così Giulio Felloni vicepresidente vicario della Confcommercio Emilia Romagna e presidente provinciale di Ascom Ferrara. L’associazione di riferimento del Terziario che ha la sua sede in via Baruffaldi ha avuto un importante riconoscimento oggi (06/12) a Reggio Emilia nell’ambito del premio Er.Si Innovatori Responsabili, voluto dalla regione Emilia Romagna che in questo modo segnala e promuove le esperienze più significative realizzate dalle mondo delle imprese e delle associazioni di categorie rispetto ad uno sviluppo assolutamente Responsabile e Sostenibile.
Il premio – nella categoria GED Gender Equality and Diversity è stato consegnato da Roberta Mori presidente della Commissione per la Parità ed i diritti delle Persone nelle mani del presidente Felloni, del colonnello Andrea Desideri, comandante provinciale dell’Arma dei Carabinieri di Ferrara e di Federica Sandri, referente provinciale di Terziario Donna.
Il progetto “Stop alla violenza sulle Donne” – lanciato dall’Arma dei Carabinieri e che ha visto la collaborazione di Ascom e Terziario Donna – ha visto la realizzazione di testi e di un’immagine grafica ad hoc. Successivamente si è svolta in maniera congiunta la presentazione e la promozione in città e provincia, ad agosto scorso, in particolare nei negozi, oltre che primariamente nei comandi e nelle stazioni dell’Arma provinciale. E proprio il colonnello Andrea Desideri, comandante provinciale dell’Arma dei Carabinieri a Ferrara che si è fatto promotore di questa iniziativa a livello locale commenta: “Desidero innanzitutto ringraziare, attraverso i Presidenti Felloni e Sandri, rispettivamente Ascom e Terziario Donna di Ferrara per la sensibilità che hanno dimostrato nell’accogliere, senza indugi, la proposta dell’Arma dei Carabinieri di realizzare l’opuscolo che oggi viene premiato. Siamo molto orgogliosi di questo riconoscimento che sprona ulteriormente, laddove anche ce ne fosse bisogno, la coscienza della collettività nonché l’azione di tutta l’Arma sul territorio nazionale e, nello specifico, dei Carabinieri sulla provincia di Ferrara e di tutti gli appartenenti all’ Istituzione. Questo riconoscimento premia la dedizione di tutti i Carabinieri impegnati quotidianamente a fronteggiare e contrastare, anche nei piccoli centri di tutto il territorio nazionale, il fenomeno della “violenza contro le donne”.
“Con questa pubblicazione abbiamo voluto – aggiunge Felloni – dare un segnale importante per dire che la nostra associazione rappresenta un punto focale non solo per l’economia ma anche di un ampia attenzione per il sociale. Nel 2017 abbiamo realizzato un apposita pubblicazione riguardante la prevenzione della microcriminalità; un lavoro per la sicurezza tout court proseguita anche quest’anno con questa pubblicazione ed ancora poche settimane fa la realizzazione di alcuni seminari di autodifesa per per le commesse e che prseguiremo nel futuro”.
Un lavoro “di grande impegno sociale e di soddisfazione – conclude la Sandri – perché diamo un segnale concreto alle Donne che è possibile reagire alla violenza e far sentire la nostra voce”.
Un lavoro d’insieme che va nella direzione di promuovere a tutti i livelli, Pubblico e Privato (nel reciproco rispetto dei ruoli e delle competenze) una cultura di sensibilità e rispetto che veda nella informazione, nella prevenzione ed in un’azione sempre più mirata ed incisiva azione una protezione efficace contro ogni forma di violenza.

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ASCOM FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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