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Da Ripartizione Marketing e Comunicazione Unife

LA RICERCA RACCONTATA AL BAR

PINT OF SCIENCE, IL GRANDE EVENTO INTERNAZIONALE CHE PORTA LA SCIENZA NEI PUB ARRIVA ANCHE A FERRARA

Dal mondo infinitamente piccolo dei quark esplorato negli acceleratori di particelle al meraviglioso mondo delle stelle; come funzionano i nostri polmoni, l’intelligenza naturale a confronto con l’intelligenza artificiale e il legame tra il tempo e le attività del nostro organismo.

Approda anche a Ferrara Pint of Science, la manifestazione internazionale di divulgazione scientifica nata nel 2013 nel Regno Unito e arrivata ad abbracciare 20 città italiane e 21 Paesi nel mondo.

L’appuntamento avrà luogo per tre serate, da lunedì 14 a mercoledì 16 maggio, in due diversi locali della città, il Clandestino in via Ragno e il Fuoriporta in via Caldirolo. Atoms to Galaxies e Our Body i macrotemi di cui si parlerà all’ombra della Lanterna. I seminari Atoms to Galaxies, dedicati a fisica e astrofisica, saranno ospitati al Clandestino, mentre i seminari di Our Body, dedicati a medicina e biologia, avranno sede al Fuoriporta.

Nella prima serata a tema Atoms to Galaxies si parlerà dell’evoluzione dell’universo con Roberto Ragazzoni, Direttore dell’Osservatorio Astronomico di Padova; nella seconda serata interverrà Isabella Garzia, ricercatrice dell’Università di Ferrara, che illustrerà le ultime scoperte nell’ambito della fisica delle particelle e nell’ultima serata Alessandro Drago, professore di Unife, terrà un seminario dedicato alla materia strana e alla possibile instabilità della materia ordinaria.

Tutti docenti di Unife i relatori delle serate a tema Our Body: nella prima Annalisa Cogo parlerà del funzionamento dei polmoni durante l’attività fisica e in ambienti estremi, nella seconda serata Giorgio Rispoli metterà a confronto l’intelligenza naturale e quella artificiale discutendo vantaggi e pericoli dell’applicazione della “idiozia” artificiale, nella terza serata Roberto Manfredini parlerà dei ritmi circadiani e in particolare della relazione fra il tempo scandito dall’orologio e le attività del nostro organismo.

«Caratteristica di Pint of Science è quella di portare, letteralmente, la scienza nel bar o nel pub sottocasa – spiega Ilaria Zanardi, genovese, che oltre ad essere responsabile nazionale di Pint of Science lavora all’Istituto Italiano di Tecnologia di Bolzaneto –. Il format, ormai collaudato essendo questa la sesta edizione a livello mondiale e la quarta in Italia, consiste nel mettere attorno a un tavolo un pubblico di appassionati ai quali, ogni sera, un ricercatore diverso presenti un tema di attualità nel campo dell’astronomia, della fisica, della chimica, della matematica, della biologia o della sociologia. Il tutto con un linguaggio che al tempo stesso risulti semplice ma non banale, e accompagnato, naturalmente, da una buona birra».

Programma

ATOMS TO GALAXIES / Clandestino – via Ragno 50 (inizio ore 19:00)

Lunedì 14 maggio Roberto Ragazzoni (Direttore dell’Osservatorio Astronomico di Padova) – Siamo tutti figli delle stelle

Martedì 15 maggio Isabella Garzia (Ricercatrice dell’Università di Ferrara) – Cacciatori di particelle: tra teoria ed esperimenti

Mercoledì 16 maggio Alessandro Drago (Professore dell’Università di Ferrara) – Una strana materia: esistono le stelle a quark e il ferro è instabile?

OUR BODY / Fuoriporta, Via Caldirolo 84 (inizio ore 21:00)

Lunedì 14 maggio Annalisa Cogo (Professoressa dell’Università di Ferrara) – Respirando…

Martedì 15 maggio Giorgio Rispoli (Professore dell’Università di Ferrara) – “IN” e “IA”: “Intelligenza Naturale” e “Idiozia Artificiale”

Mercoledì 16 maggio Roberto Manfredini (Professore dell’Università di Ferrara) – Orologio da polso o…Orologio da cervello?

Info: sito ufficiale della manifestazione www.pintofscience.it e, per ulteriori dettagli sui talk in programma a Ferrara, all’indirizzo www.pintofscience.it/events/ferrara

Pint of Science – La Storia

Nel 2012 Michael Motskin e Praveen Paul erano due ricercatori all’Imperial College di Londra. Diedero vita ad un evento chiamato “Meet the researchers” (Incontra i ricercatori) nel quale alcuni malati di Parkinson, Alzheimer, malattia del motoneurone e sclerosi multipla potevano andare nei loro laboratori a vedere quale tipo di ricerca facessero. L’evento fu molto motivante sia per i visitatori che per i ricercatori. Pensarono che se le persone vogliono entrare nei laboratori e incontrare i ricercatori, perché non portare i ricercatori fuori ad incontrare le persone? E così nacque Pint of Science. Nel maggio 2013 si tenne la prima edizione di Pint of Science che ha portato alcuni dei più rinomati ricercatori a raccontare il loro lavoro innovativo agli amanti della scienza e della birra. È stato un successo strepitoso. In Italia, la manifestazione è sbarcata nel 2015 coinvolgendo per prime sei città – Genova, Trento, Siena, Roma, Pavia, Milano – addirittura più che triplicate nello spazio di quattro edizioni. Quest’anno, infatti, il festival si svolgerà in contemporanea in ben 20 città italiane (Avellino-Sarno, Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Ferrara, Genova, L’Aquila, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Pisa-Lucca, Pavia, Reggio Calabria, Roma, Siena, Trento-Rovereto, Trieste e Torino) e 21 paesi letteralmente in ogni angolo del mondo (Australia, Belgio, Brasile, Canada, Costa Rica, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Messico, Olanda, Paraguay, Portogallo, Regno Unito, Russia, Singapore, Spagna, Stati Uniti, Sudafrica e Thailandia).

Pint of Science è organizzato dall’associazione culturale no-profit “Pint of Science Italia” ed è un evento senza scopo di lucro a cui tutti collaborano su base volontaria, realizzato grazie al supporto di INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare), INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica) e Istituto Pasteur Italia (Fondazione Cenci Bolognetti). L’evento ferrarese è realizzato anche grazie al supporto dell’Università di Ferrara.

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UNIVERSITA’ DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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