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da: ufficio stampa Comune di Comacchio

La diretta streaming delle sedute del Consiglio Comunale ed il servizio di “SMS gratuito” con informazioni di pubblico interesse (eventi, Protezione Civile, sedute consiliari, etc…) due anni fa hanno dato il via a quella che può essere definita una vera e propria rivoluzione telematica per l’Amministrazione Comunale. Anche l’Albo Pretorio Online, parallelamente all’istituzione della sezione dedicata all’Amministrazione Trasparente, è divenuto via via uno strumento interattivo di grande utilità per cittadini e dipendenti, all’interno del quale, tra gli altri atti amministrativi, sono consultabili tutte le delibere di Giunta e di Consiglio Comunale. Per i primi 15 giorni dalla loro adozione le delibere sono raggiungibili nella sezione “In pubblicazione” e, successivamente, in “Archivio.” Chiunque, effettuando una semplice ricerca con il motore di ricerca disponibile nel programma dell’albo pretorio online, può consultare, scaricare, salvare e stampare gli atti amministrativi del Comune di Comacchio, che restano dunque sempre disponibili sul sito comunale. Lo stesso portale dell’Ente ha subìto da un anno a questa parte un profondo rinnovamento nella grafica e nell’archiviazione dei contenuti, rendendo più snella, celere e fruibile la consultazione degli stessi, grazie alla creazione di 3 macro-aree (Il Comune – I servizi – Città e Territorio), di un motore di ricerca adatto a tutte le esigenze e dell’istituzione del nuovissimo servizio REPORT. Nella parte destra della home page del sito comunale, raggiungibile all’indirizzo www.comune.comacchio.fe.it ci si può registrare gratuitamente sia al servizio degli sms, sia a REPORT, il quale consente a cittadini e ai turisti di segnalare disservizi, disagi, situazioni particolari (buche, lampioni guasti, abbandono di rifiuti etc…). Dalla scorsa estate è operativa anche la nuova App comunale, una vera e propria guida turistica virtuale, come l’ha definita Diego Rizzati, il vincitore del concorso di idee, che ingloba tutti gli eventi, i luoghi di interesse presenti sul territorio, oltre alla funzione interattiva per dialogare direttamente con l’amministratore. Non solo, perchè la nuovissima App del Comune di Comacchio, attraverso i social network, consente di postare o condividere contenuti, mentre il CR (code reader) è in grado di interfacciarsi con la nuova segnaletica pedonale turistica, installata recentemente in centro storico. Per chi non l’avesse ancora scaricata, può effettuare GRATUITAMENTE il download (tramite App store e Google Play su http://www.icomacchio.it/) della app, ricchissima di informazioni, itinerari, eventi, manifestazioni, sagre, fiere, mercati e segnalazioni su sconti applicati dai commercianti. Da meno di un mese è disponibile, SEMPRE GRATUITAMENTE, il servizio WI-FI in centro storico (sino ad un massimo di due ore di connessione al giorno). Grazie alla collaborazione con Delta Web s.p.a., una volta avviata la ricerca della rete wi-fi direttamente dal proprio smartphone, tablet o p.c., si avvia un sistema di autenticazione, che consente l’iscrizione gratuita al servizio, previo invio del proprio numero di cellulare con sms. Una volta seguita la procedura guidata, arriverà un sms contenente USERNAME E PASSWORD, per cominciare a navigare. Il servizio, completamente gratuito, è disponibile in diversi punti del centro storico. Si ricorda infine che sino al 18 novembre prossimo si può partecipare alla stesura del quadro conoscitivo del nuovo P.S.C., inserendo segnalazioni, suggerimenti e proposte nella MAPPA INTERATTIVA, raggiungibile attraverso il banner pubblicato nella home page del sito comunale, raggiungibile al seguente indirizzo web: http://www.psccomacchio.it/ltic_mappa.php
L’iniziativa fa parte del progetto “Le tue idee al centro”, coordinato dall’Architetto Alessandra Marin dell’Università di Trieste, che ha beneficiato di un apposito finanziamento regionale, ai sensi della L. 3/2010.

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COMUNE DI COMACCHIO


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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