Skip to main content

Alberto Radius e Ricky Portera si sono uniti per realizzare “…una sera con Lucio”, un album tributo ai due grandi Lucio della canzone italiana: Battisti e Dalla. Da oltre vent’anni i due musicisti si affiancano al gruppo “Custodie cautelari”, per partecipare all’evento “Notte delle chitarre”, ma ora la loro collaborazione ha compiuto un salto di qualità, rivisitando dieci famose canzoni, senza risparmio di assoli e virtuosismi.

radius-portera
La copertina del cd di Alberto Radius e Ricky Portera

Radius rappresenta la storia musicale degli ultimi 50 anni, il suo modo di suonare la chitarra è immediatamente riconoscibile ed è un punto di riferimento per chi si cimenta con lo strumento. Portera ha alle spalle anni di carriera con il gruppo degli Stadio, Dalla e tanti altri big, è dotato di una tecnica sopraffina e di un’imponente presenza scenica, i suoi virtuosismi marchiano “a sangue” le canzoni.
Presentando il disco, Radius e Portera hanno dichiarato: “L’album nasce per il piacere, dopo una collaborazione durata una vita, di poter ricordare questi meravigliosi artisti con il nostro cuore, riproponendoli come se avessimo registrato oggi queste canzoni… quindi con qualche anno in più di esperienza e voglia di suonare in modo diverso da allora. Battisti e Dalla hanno lasciato un’eredità artistica, paragonabile alla grandezza di musicisti e poeti che nei secoli hanno fatto grande la cultura e difficilmente non saranno citati negli anni a venire. A noi rimane il grande orgoglio di averci messo una nostra nota, una nostra idea… forse per questo, anche se minimamente, saremo ricordati anche noi”.

radius-portera
Ricky Portera dal video Ayrton

Il videoclip “Ayrton”, realizzato da Franco Bertan, è la sintesi di questo progetto: due leggende che cantano due miti. Nel brano scritto da Paolo Montevecchi e portato al successo da Dalla nel 1996, le voci di Radius e Portera s’incrociano sino a dissolversi tra assoli di chitarra e rombo di motori. Nella versione originale del 1993 il solo di chitarra fu suonato sempre da Ricky Portera, in un’unica memorabile registrazione.

Uno dei brani più belli e intensi è “Tu non mi basti mai”, dove Ricky riesce a combinare al meglio la lenta melodia con l’irruenza del ritmo scandito dalle chitarre elettriche.Radius interpreta splendidamente “Il tempo di morire”, esaltandone l’anima rock, la sensazione è quella di sentirsi trasportati negli anni ’70. Lo stesso dicasi con “10 ragazze” e “Non è Francesca”, quest’ultima “rinfrescata” con una nuova introduzione. “La sera dei miracoli” è eseguita da Portera insieme a… Lucio Dalla. Si tratta di un prezioso cameo con la voce originale registrata del cantante bolognese che entra nel brano in punta di piedi e lascia una traccia indelebile. E’ uno dei momenti magici del disco, una perla che impreziosisce questa originale e particolare canzone d’amore.

radius-portera
Alberto Radius dal video Ayrton

“Insieme a te io sto bene”, con la voce e la chitarra di Alberto Radius, interrompe l’atmosfera del brano precedente, enfatizzando il testo scritto da Mogol: “Che cosa vuoi da me? Cosa pretendi da me? Se è giusto non lo so, elementari si e no, la donna è donna e tu una donna sei, che importa cosa fai, resta con me finché vuoi, che da mangiare c’è…”.
Portera e Roberta Coppone duettano in “Vita”, difficile il paragone con la coppia Dalla-Morandi, ma la cover è credibile e si ritaglia un suo spazio nel microcosmo del musicista bolognese.

Nell’album ci sono anche due brani che non appartengono al repertorio di Battisti e Dalla, si tratta de il “Tango di Dedalo”, scritta da Radius e inserita nell’album “Banca d’Italia” del 2013. La canzone ci riporta ai tempi di “Leggende”, grazie all’ottimo accompagnamento al pianoforte, a un tango incalzante e alle metafore di Andrea Secci: “… se avessi volato basso, se io fossi Torquato Tasso… non andare verso il sole, le tue ali non potranno sopportare, rischi di cadere in mare, ti dovrei vedere annegare… “.
Ricky Portera propone la sua struggente “I vicoli di Modena”, scritta nel 1992 per Vasco Rossi, e rimasta inedita sino alla pubblicazione dell’album “Fottili” del 2014. Il brano racconta di com’è Modena oggi, senza i punti di riferimento e di aggregazione del passato; il rimpianto e la delusione, da parte del suo autore, di non trovare più la città di allora.
In “Nessun dolore” Radius ci offre una raffinata versione del famoso lato B del 45 giri di “Una donna per amico”, già inciso anche da Mina e Giorgia. Cori, batteria, percussioni e la voce di Alberto creano un irresistibile crescendo musicale, degno del perfetto incastro ritmico basso-batteria della versione battistiana.
L’inquietante, ironica e surreale “L’ultima luna” offre a Portera l’occasione per trasportare il brano in una dimensione più cupa, vicina ai difficili tempi che stiamo vivendo, sintesi e dimostrazione di come, pur senza cambiare il testo, si possa stravolgere l’idea di una canzone.

Alla registrazione ha collaborato Clara Moroni (corista di Vasco Rossi), Salvatore Bazzarelli (tastiere), l’album, uscito per l’etichetta Videoradio di Beppe Aleo, è stato prodotto e registrato da Ugo Poddighe agli UP Studios di Milano.
Alberto e Ricky hanno voluto rendere omaggio a due amici e maestri, forti della storia comune con loro, riuscendo nel difficile compito di cucire nuovi vestiti a canzoni pressoché perfette. Il disco ha più chiavi di lettura, com’è giusto che sia, dividendosi tra le performance tipicamente rock e le melodie di matrice italiana. I due artisti si sono trovati a loro agio in questo non facile compito, riuscendo a creare ampie personalizzazioni e a proporre apprezzabili innovazioni.

Radius, Portera, Tu non mi basti mai (ascolta)

Video “Ayrton” realizzato da Brixia Channel per la regia di Franco Bertan [vedi]

tag:

William Molducci

È nato a Forlì, da oltre 25 anni si occupa di giornalismo, musica e cinema. Il suo film “Change” ha vinto il Gabbiano d’argento al Film Festival di Bellaria nel 1986. Le sue opere sono state selezionate in oltre 50 festival in tutto il mondo, tra cui il Torino Film Festival e PS 122 Festival New York. Ha fatto parte delle giurie dei premi internazionali di computer graphic: Pixel Art Expò di Roma e Immaginando di Grosseto e delle selezioni dei cortometraggi per il Sedicicorto International Film Festival di Forlì. Scrive sul Blog “Contatto Diretto” e sulla rivista americana “L’italo-Americano”.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it