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Il legame tra il Comune di Comacchio ed il mondo del volontariato e dello sport si è ulteriormente rafforzato questa mattina, con la cerimonia di consegna di un defibrillatore, donato dall’Associazione cardio-trapiantati al Palazzetto dello Sport. “L’Acti è nata per tutelare i cardio-trapiantati e per sensibilizzarli alla prevenzione e alla donazione degli organi – ha sottolineato il Presidente dell’associazione Vasco Stravaganti -. Oggi ci sono più di 800 pazienti in Italia in attesa di trapianto del cuore. Il nostro impegno è facilitato dall’attività marginale di trasporto, con autisti volontari, che accompagnano persone non auto-munite o non autosufficienti ad effettuare visite ed esami. Siamo lieti anche di promuovere iniziative benefiche come questa.” La sezione comacchiese dell’A.C.T.I., nata nel 1998 e che vede lo stesso presidente Stravaganti tra i soci fondatori, conta 350 iscritti e con il dono del defibrillatore odierno, ha saputo interpretare gli stimoli provenienti dalle associazioni sportive locali. Davide Buzzi, allenatore della Pugilistica comacchiese, ha infatti confermato che “con questo strumento ci sentiamo più sicuri, perchè viene maggiormente tutelata l’incolumità degli atleti. Ringraziamo l’Acti per la sensibilità mostrata.” L’Assessore allo Sport Stefano Parmiani, elogiando l’impegno profuso costantemente dall’associazione cardio-trapiantati comacchiese, ha sottolineato come “è stata così intercettata la volontà dell’Amministrazione Comunale, che ha già provveduto ad acquistare sette defibrillatori per metterli a disposizione di campi sportivi e palestre. Questo è uno strumento in più, fondamentale.” L’Assessore ha poi esteso i ringraziamenti a Roberto Farinelli, coach dell’Ars 2000 Volley e ad Akemi Lopez Joa, presidente dell’associazione dilettantistica Akemi Dance Center per essersi analogamente attivati, dotando la palestra del Lido degli Estensi di un defibrillatore. Doriana Doria, responsabile dell’Ufficio sport comunale, ha ricordato che il Comune di Comacchio ha sostenuto i costi del corso di formazione per l’uso del defibrillatore, al quale sono state avviate 12 persone, una in rappresentanza di ciascuna società sportiva del territorio. Max Bacchini, allenatore del Basket Delta Comacchio, dopo aver enunciato l’intensa attività sportiva annualmente sostenuta tanto dalle associazioni che frequentano il palasport, quanto dalla palestra attigua alla scuola primaria Fattibello, ha assicurato che il nuovo defibrillatore sarà posto in uso condiviso dalle due strutture. Il Sindaco Marco Fabbri, unendosi ai ringraziamenti, ha specificato che “il servizio di trasporto che l’Acti compie anche al di fuori del territorio, accompagnando persone a visite e ad esami, non è marginale, ma anzi è fondamentale. Il dono del defibrillatore ci rallegra, non solo perchè rientra in una strategia dettata dal legislatore nazionale, ma da una nostra precisa linea di indirizzo. Qualche anno fa – ha aggiunto il Sindaco -, il Comune di Comacchio ha dotato le spiagge di defibrillatori, quando ancora non vigeva l’obbligo, introdotto invece, successivamente, dall’ordinanza balneare regionale.” Un ulteriore defibrillatore è stato messo a disposizione della pattuglia della Polizia Locale, che svolge servizio di pronto intervento stradale e tale operazione lo scorso anno ha consentito di salvare un turista del Lido di Spina, colto da un arresto cardiaco improvviso, mentre faceva footing. “Abbiamo anche partecipato al Click Day promosso dalla Regione Emilia Romagna – ha concluso il Primo Cittadino -, ottenendo 1000 euro per l’acquisto di un defibrillatore, perchè siamo tra i cento Comuni che per primi hanno spedito, in forma telematica, uno specifico progetto nella data fissata dal bando, che era quella del 27 ottobre scorso.” Il Primo Cittadino infine ha auspicato tempi brevi per la mappatura dei defibrillatori, pubblici e privati, distribuiti sul territorio, “in modo da garantire ai turisti maggiore sicurezza e conoscenza della loro presenza.”

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COMUNE DI COMACCHIO


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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