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Da: Licia Vignotto

LA STORIA DEL LANIFICIO HIRSCH, RACCONTATA ONLINE

Giovedì 31 dicembre, alle 17, Ilturco racconta in diretta la storia del Lanificio Hirsch.
L’appuntamento online, trasmesso dalla pagina Facebook dell’associazione, servirà a fare il punto sulle ricerche svolte in questi mesi per ricostruire la straordinaria avventura imprenditoriale della famiglia Hirsch, che dal 1885 al 1939 condusse a Ferrara uno dei primi e più importanti maglifici italiani.

La ditta, insediata inizialmente in via Fondobanchetto, poi trasferita in via Aldighieri, con ulteriori laboratori sparsi in città e in provincia, impiegava centinaia di addetti, soprattutto giovani donne. Si distinse a livello nazionale non solo per abilità manageriale e per l’attenzione dedicata all’innovazione tecnologica – fu la prima ad importare nel Paese le avveniristiche macchine Rachel, costruite in Germania, ma anche e soprattutto per le illuminate e precoci politiche di welfare adottate per migliorare la qualità della vita delle maestranze, come la realizzazione dell’asilo nido per i figli delle operaie, che potevano assentarsi dal lavoro per allattare i bambini.

Le storia dell’azienda è stata ricostruita grazie a un’approfondita ricerca che ha compreso – oltre all’accurato studio delle fonti archivistiche e bibliografiche – una serie di inedite e interessanti testimonianze, raccolte grazie alla generosa disponibilità di tanti ferraresi, figli o nipoti di dipendenti, che hanno voluto condividere i propri ricordi familiari.

La presentazione, introdotta e moderata dalla giornalista Anja Rossi, sarà curata da Licia Vignotto, responsabile del progetto, che ringrazia già da ora le persone che si sono interessate all’iniziativa, contribuendo in modo significativo al recupero della memoria storica. «Nelle scorse settimane siamo stati contattati da tantissimi cittadini, che ci hanno aiutato in questo paziente e laborioso processo, dalla figlia della governante della famiglia Hirsch al signore che – all’epoca sedicenne – spense l’incendio nello stabilimento, bombardato nel 1944. Abbiamo ascoltato racconti preziosi ed emozionanti, che confluiranno nel progetto».

La ricerca si concluderà con la realizzazione di un documentario diretto da Andrea Bighi, di cui – durante la diretta – si potrà apprezzare una breve anticipazione. Il video della presentazione resterà poi a disposizione, oltre che sulla pagina Facebook de Ilturco, anche nel canale Youtube dell’associazione.

Il progetto “C’era una volta il Lanificio Hirsch” – ideato e curato da Ilturco – è sostenuto e promosso dalla Regione Emilia-Romagna, realizzato in collaborazione con l’Istituto di Storia Contemporanea, il Museo del Risorgimento e della Resistenza, Anpi Ferrara, con il supporto del Servizio Biblioteche e Archivi del Comune di Ferrara.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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