Skip to main content

Nel 1985, quando Windows non esisteva ancora e Macintosh disponeva soltanto di un’interfaccia grafica monocromatica, i computer Amiga si avvalevano del multitasking (la capacità di eseguire più programmi simultaneamente), avevano 4096 colori sullo schermo invece dei consueti 2, 8 o 16 e flussi audio fino a 14 bit invece degli 8 bit della concorrenza. Queste caratteristiche, che in seguito permisero di definire il termine multimedialità, furono introdotte nel mondo dell’informatica home nel 1985 con il computer delle meraviglie, acronimo di Advance Multitasking Integrated Graphics Architecture.
Amiga è giunta sino ai giorni nostri grazie a uno zoccolo duro di appassionati, fedeli allo spirito pionieristico che l’ha sempre caratterizzata: “Only Amiga make it possibile”.
Andy Warhol ha realizzato alcune interessanti elaborazioni grafiche con Amiga, come nel caso del ritratto di Debbie Harry [vedi], cantante del gruppo pop Blondie, durante il lancio ufficiale, organizzato dalla Commodore, al Lincoln Center di New York il 23 luglio 1985 [vedi].
Nel 2001, accuratamente memorizzata su floppy disk, è stata scoperta una brevissima sequenza digitale animata “You are the one” creata da Andy Warhol con Amiga 1000. Oggi quest’animazione è visionabile solo durante mostre o eventi particolari. Del lavorare con Amiga l’artista americano disse: “La cosa che mi piace di più del fare arte sul computer è che sembra il mio lavoro” (The thing that I like most about doing art on the computer is that it looks like my work).
A volte un computer può fare nascere forti passioni e trasformare i suoi circuiti in percorsi e linee artistiche. Questo è il caso di Amiga, una piattaforma che per un decennio ha rappresentato un punto di partenza per molti artisti digitali grazie a mezzi quali le BBs (il mondo telematico prima di Internet), riviste specializzate e concorsi come “Bit Movie” di Riccione, “Immaginando” di Grosseto, “Pixel art expò” di Roma.
Nella galleria fotografica che segue abbiamo cercato di creare un percorso di storia e di arte, seguendo le strade tracciate dalle piste elettroniche e popolate da chip, integrati, condensatori, diodi, gusto del retrò e anche poesia.

arte-silicio
Espansione di memoria Commodore, file verticali di chip in varie sfumature e colori
arte-silicio
Scheda acceleratrice GVP GForce 030. La visione: “le città del futuro composte da ordinati integrati e veloci vie di comunicazione”
arte-silicio
Motherboard Pegasos2: “Pegasos carino , come un bambino conoscevo la gioia di salire su un cavallo rosso, in una notte di festa… “ Poesia di Antonio Machado
arte-silicio
Scheda grafica Picasso II: nel mondo Amiga i chip hanno spesso nomi propri di persona
arte-silicio
Digitalizzatore Vlab e scheda espansione memoria di Amiga 4000, come palazzi che si ergono dalle fondamenta della città
arte-silicio
Emulatore FPGA Minimig by Acube Systems: illusione artificiale, non è un’immagine sfuocata ma un computer ricreato all’interno di un chip
arte-silicio
Motherboard Sam440ep by Acube System, il calore viene trattenuto dai dissipatori, circondati da un rosso colore
arte-silicio
Amiga 2000, un quarto di secolo di storia, l’origine della tecnologia di oggi

Fotografie di William Molducci

tag:

William Molducci

È nato a Forlì, da oltre 25 anni si occupa di giornalismo, musica e cinema. Il suo film “Change” ha vinto il Gabbiano d’argento al Film Festival di Bellaria nel 1986. Le sue opere sono state selezionate in oltre 50 festival in tutto il mondo, tra cui il Torino Film Festival e PS 122 Festival New York. Ha fatto parte delle giurie dei premi internazionali di computer graphic: Pixel Art Expò di Roma e Immaginando di Grosseto e delle selezioni dei cortometraggi per il Sedicicorto International Film Festival di Forlì. Scrive sul Blog “Contatto Diretto” e sulla rivista americana “L’italo-Americano”.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it