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“Quando andavo al cinema dell’oratorio salesiano, da bambino, sentivo sempre dire “prima le donne e i bambini”. Che si trattasse di un film di indiani o dell’assalto dei pirati, in tutte le situazioni di pericolo, si diceva sempre questa battuta. Questa volta alle donne e ai bambini è stata sbarrata la strada e ne sono indignato”.
Parla chiaro l’artista Giorgio Cattani, durante la conferenza stampa tenutasi questa mattina presso la galleria d’arte Fabula Fineart a Ferrara, e nelle sue parole c’è la volontà di fare un concreto gesto di apertura nei confronti degli immigrati.

Nato a Ferrara, insegnante all’Accademia d’Arte di Brera, Giorgio Cattani, artista quotato a livello mondiale, si accalora quando ricorda di aver avuto notizia dei fatti di Gorino durante la sua permanenza a Colonia per una fiera d’arte:”Mi ha molto rattristato il fatto che quanto successo a Gorino suscitasse nel pubblico tedesco presente alla mostra più indignazione di quanto ne potessi cogliere nelle parole dei miei concittadini. Nella Cattedrale di Colonia è stata posto un barcone a ricordo della tragedia delle persone morte in mare nella speranza di raggiungere le nostre coste. Nella chiesa di Goro invece c’è scritto “Non vi vogliamo qui”. Ci si chiede sempre “Perché gli immigrati non te li porti a casa tua?”. Ecco io li porto a casa. Mi dichiaro disponibile ad ospitare alcune di quelle persone rifiutate dagli abitanti di Gorino o, se la situazione si fosse già risolta, qualsiasi altro rifugiato che ne avesse bisogno” – e continua – “sono rientrato solo da un giorno in Italia e mi devo aggiornare sull’attuale situazione ma mi muoverò quanto prima per attivare tutta la procedura burocratica perché le mie non rimangano solo parole”.

Cattani è un uomo d’azione, come ricorda lui stesso “La mia ricerca in arte è da sempre legata al quotidiano, al tempo presente. Questo che faccio è un gesto che mi appartiene: sono stato un ragazzo degli anni ’60, attivo in politico e a livello sociale. Sono partito a Firenze durante la storica alluvione e non mi sono mai tirato indietro quando c’era da impegnarsi. Gli artisti sono testimoni del proprio tempo ma non danno soluzioni, per quello ci vogliono i politici. Nella nostra città ci sono dei personaggi negativi che soffiano sempre sulla benzina, vogliono che passino solo messaggi negativi. I problemi non possono essere risolti creando dei nemici. Le difficoltà devono muovere le mani tese. Se il politico non lo capisce è un delinquente”.

E’stato appena pubblicata una monografia del maestro Cattani che potrà essere acquistata presso la galleria d’arte Fabula Fineart, prima della messa in vendita, a breve, nelle librerie e il cui ricavato sarà interamente devoluto alle popolazioni terremotate.” Sono stato accusato di strumentalizzare il discorso degli immigrati mentre, nel nostro paese, succedeva questa catastrofe del terremoto. Questo è il mio modo di esserci anche per queste persone”.

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Simona Gautieri


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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