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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

L’Emilia-Romagna partecipa con Bologna all’iniziativa. Si giocherà domenica 3 aprile al Campo Navile. Gualmini: “La politica non e’ solo parole e promesse, ma anche gioco e azione, sopratutto se fatti insieme”.

Bologna – La vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, Elisabetta Gualmini, assisterà domenica 3 aprile alle 10,00 alla partita di cricket che si giocherà al Campo Navile di Bologna (Centro sportivo La Dozza- Parco Nord) in occasione della prima Giornata Nazionale del cricket per profughi e rifugiati, promossa dalla Federazione Cricket Italiana e patrocinata dal Coni e dell’Alto commissariato delle Nazioni unite per i Rifugiati (Unhcr).

“Sono molto contenta che la nostra regione abbia deciso di aderire alla Prima giornata nazionale del cricket per rifugiati che viene ospitata anche a Bologna. Per questa Giunta lo sport e’ fondamento e leva per il benessere individuale e sociale”, ha dichiarato la vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, Elisabetta Gualmini. “Crediamo nello sport e siamo convinti che tutti i bambini e le bambine debbano avere l’opportunita’ di esercitare la pratica sportiva per crescere meglio e sviluppare relazioni armoniose con gli altri. Stiamo, tra le altre cose, per approvare una legge ad hoc sullo sport e abbiamo aumentato i fondi dedicati grazie all’impegno diretto del Presidente che ha mantenuto la delega allo sport. Lo spirito di squadra – prosegue Gualmini – la responsabilizzazione individuale e del gruppo, l’esercizio della disciplina, il rispetto delle regole, lo svago ludico, sono tutti obiettivi che lo sport promuove e che riteniamo di massima importanza. Ma il cricket a cui giocheremo domenica – conclude la vicepresidente – sara’ ancora piu’ importante perche’ diventera’ luogo di integrazione per i rifugiati e richiedenti asilo che ricominiciano in qualche moodo la loro vita nel nostro paese”.

L’evento sportivo vuole essere un ulteriore strumento di integrazione che nasce come risposta della Federazione alle numerose richieste di organizzare partite e tornei, provenienti dai centri di accoglienza per migranti presenti nel nostro Paese. Tra sabato 2 e domenica 3 aprile, oltre a Bologna, saranno molte le città italiane a organizzare partite di cricket alle quali parteciperanno rifugiati e profughi accolti nelle strutture del territorio emiliano-romagnolo, molti dei quali provengono da paesi dove il gioco del cricket è un punto imprescindibile del tessuto culturale e sociale.

Anche in Italia questo sport si è molto diffuso negli ultimi anni, tanto che ad oggi si stima sia praticato da 50mila persone e i tesserati della federazione sono circa 9mila , 3mila dei quali militano in un campionato agonistico. La scelta del cricket come uno dei simboli di integrazione non è casuale, infatti, è stato il primo sport, dieci anni fa, ad approvare lo ius soli sportivo tanto che la Nazionale italiana vinse i campionati europei del 2013 con una squadra composta solo da giocatori di origine straniera nati in Italia e con passaporto italiano.

Numero dei migranti in Italia e in Emilia-Romagna

Dal 1°gennaio al 22 marzo 2016 sono 14.498 le persone sbarcate in Italia (+44 % rispetto al 2015). Il sistema nazionale di accoglienza nel 2014 prevedeva 66.000 posti, nel 2015 ha raggiunto complessivamente i 103.000 posti. In Emilia-Romagna sono presenti 7.050 richiedenti o titolari di protezione internazionale o umanitaria (7% del totale), 6.042 accolti nei Centri di Accoglienza Straordinaria (CAS) e 1.008 nelle strutture che rientrano nel Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar).

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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