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Da: Organizzatori

Fra gli appuntamenti fino al 4 maggio anche un omaggio a Emily Dickinson, il Seicento raccontato da Eugenio Riccomini e i 90 anni dell’orchestra Casadei. In diretta su EmiliaRomagnaCreativa e LepidaTv, oltre che sui social

Sipario sul lavoro, in vista del 1° Maggio, nel cartellone della rassegna #laculturanonsiferma, il grande festival multimediale promosso dalla Regione Emilia-Romagna in collaborazione con il mondo della cultura regionale.
Un festival tutto dedicato a chi, costretto a casa dalle misure di contenimento dell’epidemia da Coronavirus, voglia fruire il meglio della programmazione culturale prodotta in regione. In occasione del 1° Maggio, Festa dei lavoratori, molti gli spunti di riflessione sul presente, le lotte del passato e le prospettive future.

Emilia Romagna Teatro ha dato la parola ai giovani per ascoltare aspettative e preoccupazioni. E’ nato così Lavorando al futuro. Messaggi e parole sul Primo Maggio che ha ricomposto alcune lettere in un video di 50 minuti in cui si alternano a testi di grandi voci della letteratura internazionale: dalla Ballata del lavoro di Edoardo Sanguineti a Il lavoro di una donna di Maya Angelou fino a Il grido di Giorgio Gaber. Le letture sono a cura di attrici e attori molto cari a Ert Fondazione: Daniele Cavone Felicioni, Michele Dell’Utri, Simone Francia, Lino Guanciale, Michele Lisi, Diana Manea, Paolo Minnielli, Maria Vittoria Scarlattei, Jacopo Trebbi. Il progetto nasce da Ert in collaborazione con Regione Emilia-Romagna, Emilia Romagna Creativa, Comune di Modena, Comune di Castelfranco Emilia, Comune di Vignola, Comune di Bologna e Comune di Cesena.
Ci sono lavori considerati maschili che le donne svolgono da tempo con competenza e professionalità, superando i limiti imposti da un malinteso senso comune. Questo il tema del film A casa non si torna – Storie di donne che svolgono lavori maschili, di Lara Rongoni e Giangiacomo De Stefano. Le protagoniste diventano simbolo delle difficoltà che alcune lavoratrici sono costrette quotidianamente ad affrontare. Con la partecipazione di Franca Rame. Evento in collaborazione con Sonne Film.
Dieci storie proprio così (atto terzo) nasce invece da un’idea di Giulia Minoli, drammaturgia Emanuela Giordano e Giulia Minoli e la regia Emanuela Giordano. Lo spettacolo racconta di vittime conosciute e sconosciute della criminalità organizzata, storie di impegno civile e riscatto sociale. Una produzione Teatro di Roma – Teatro Nazionale Teatro Stabile di Napoli – Teatro Nazionale Emilia Romagna Teatro Fondazione – Teatro Nazionale Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani Onlus – Centro di Produzione Teatrale, a cura di Ert.

Per il teatro segnaliamo un pregevole lavoro sull’opera della poetessa Emily Dickinson Emily. Il Giardino nella Mente, di e con Isadora Angelini e con Luca Serrani in programma sabato 2 maggio. Alla morte della poetessa la sorella trovò un cassetto pieno di poesie, trascritte in piccoli fascicoli. Di lei rimangono anche le lettere con le quali intrattenne rapporti di cura, d’amore e di dialogo con il mondo. In mezzo alle sue carte, furono trovati 52 frammenti scritti su buste già usate. Queste buste di carta sembrano messaggi gettati ai venti del futuro, indirizzati a nessuno e a tutti contemporaneamente: su questi messaggi si basa lo spettacolo di Teatro Patalò.

Due le proposte dell’Istituto Beni Culturali (4 maggio): le conversazioni di Eugenio Riccomini (il Seicento), quindi Frankenstein Senior. Le radici scientifiche di un mito nelle Collezioni di Palazzo Poggi con gli esperimenti di Luigi Galvani e del nipote Giovanni Aldini, condotti a Bologna alla fine del XVIII secolo, che hanno portato nel dibattito scientifico la nozione di elettricità animale. Regia di Carlo Sarti. A cura del Sistema Museale di Ateneo – Università di Bologna, 2020

La musica celebra il 3 maggio un compleanno d’eccezione: Mirko Casadei festeggia i 90 anni dell’Orchestra. Sul palcoscenico acanto a Mirko i suoi virtuosi musicisti: il romagnolo Giuseppe Zanca, arrangiatore e bassista, Marco Lazzarini e Giuseppe Satanassi alla sezione fiati insieme allo straniero della squadra Gil Da Silva; il maestro molisano Manuel Petti fisarmonica e tastiera; il motore del ballo è il pesarese Enrico Montanaro alla batteria, la voce rock di Simona Rae da Bologna e la calda voce italiana del chitarrista perugino Stefano Giugliarelli.

Poi molto jazz (fra tutti, Croassroads on air che propone Javier Girotto e Greg Burk) e infine le Memorie di Adriano, le canzoni del clan di Adriano Celentano (2 maggio)con un cast di prestigio: Peppe Servillo, voce; Javier Girotto, sax; Fabrizio Bosso, tromba; Furio Di Castri, contrabbasso; Rita Marcotulli, pianoforte; Mattia Barbieri, batteria. Produzione proMusic Lab e Ater.

Gli eventi andranno on line sulle piattaforme regionali di EmiliaRomagnaCreativa (www.emiliaromagnacreativa.it) e Lepida Tv www.lepida.tv, canale YouTube LepidaTV OnAir, oltre che sul canale 118 del digitale terrestre e sul 5118 di Sky e sulle pagine web e social degli operatori culturali coinvolti nell’evento.

I programmi potranno subire variazioni, gli aggiornamenti sul portale www.emiliaromagnacreativa.it.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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