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Da: Organizzatori

Bergamini (segretaria Pd Lagosanto): “Non è la prima volta che succede e abbiamo già ricevuto tanta solidarietà dai compaesani. Siamo più determinati di prima”. Minarelli (Segretario provinciale Pd Ferrara): “Clima di odio insopportabile, non siamo intimiditi ma serve sforzo congiunto per ristabilire un confronto civile”.

La sede Pd di Lagosanto, piccolo centro della provincia di Ferrara di poco meno di 5.000 abitanti, è stata vandalizzata nella notte tra venerdì 10 e sabato 11 gennaio. Al mattino, la scoperta è stata fatta dalla segretaria del locale circolo dem, Paola Bergamini, insieme a un componente del direttivo. Stavano recandosi in sede per aprirla e organizzare la distribuzione di materiale elettorale in vista delle regionali del prossimo 26 gennaio.
Paola Bergamini racconta l’episodio e commenta: “Una pietra è stata divelta dal marciapiede e scagliata contro le finestre. La tapparella è danneggiata e all’interno abbiamo trovato vetri in frantumi e schegge ovunque. Strappate anche le bandiere del Pd e della pace. Abbiamo immediatamente fatto denuncia ai Carabinieri e la notizia si è sparsa subito in paese. Ringrazio coloro – diverse associazioni, cittadini e il comitato per Bonaccini presidente – che ci hanno subito dimostrato solidarietà. Non è la prima volta che il nostro circolo viene preso di mira e vandalizzato. Siamo l’unica forza politica organizzata sul territorio, siamo compatti e anche ieri eravamo al mercato con un banchetto per la campagna del Pd e di Bonaccini. Forse questo dà fastidio a qualcuno, ed è un gran dispiacere ma ora ci sentiamo ancora più forti e uniti di prima”.
Nicola Minarelli, segretario provinciale del Pd ferrarese, è stato subito informato e rincara la dose. “Il clima di intolleranza e di odio che si respira nella nostra provincia e nel resto d’Italia è diventato davvero insopportabile. Tra la gente e sui social – basta pensare al recentissimo caso del gruppo Facebook dei pinguini estensi, dove volavano minacce e aggressioni verbali nei confronti di personaggi pubblici e politici o di minoranze etniche e religiose – si deve ristabilire un linguaggio civile. Questo non è confronto politico, questa è istigazione a delinquere e non a caso poi avvengono episodi come quello di Lagosanto. Tra quindici giorni si voterà in Emilia-Romagna e spero che chi soffia sul fuoco come la Lega e la destra, si assuma le proprie responsabilità e abbassi i toni. Si torni a pensare a cosa serve davvero ai cittadini e non a colpire gli avversari”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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