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Da: Camera di Commercio di Ferrara

Govoni: “Ferrara dispone di un patrimonio culturale straordinario che dobbiamo certamente custodire, ma anche valorizzare, incrementare ed integrare con nuove progettualità”

Tra i relatori Giuseppe Tripoli, segretario generale Unioncamere, Fabio Renzi, segretario generale Fondazione Symbola, e Carlo Cambi, giornalista e conduttore televisivo

Lo sviluppo responsabile e consapevole del patrimonio italiano, fatto di arte, di cultura e di imprese, è fondamentale per rilanciare la nostra economia ed è indispensabile per assicurare un significativo e sostenibile vantaggio competitivo al sistema-Paese. Gli investimenti in cultura producono rilevanti effetti positivi sul made in Italy e sulla sua capacità di riconquistare quote nuove e a più alto valore aggiunto sui mercati globali, oltre che sulla crescita qualitativa dei flussi turistici. Questo è vero non solo per i settori con i quali tradizionalmente si identifica il prodotto italiano famoso nel mondo – moda, design e alimentare – ma è vero soprattutto per il resto del sistema industriale e produttivo che compete sulla scena globale con prodotti ad alto contenuto di tecnologia.

Sarà questa una delle considerazioni della Tavola rotonda “L’ALLEANZA TRA CULTURA ED ECONOMIA MOTORE DI SVILUPPO DEL PIL E DELL’OCCUPAZIONE”, promossa dalla Camera di commercio di Ferrara con il supporto di Unioncamere e della Fondazione Symbola – estensori del Rapporto IO SONO CULTURA 2018 – e del Resto del Carlino ed in programma venerdì 14 dicembre, a cominciare dalle ore 10.00, nella sala Conferenze dell’Ente di Largo Castello.

Al Sistema Produttivo Culturale e Creativo (così nel Rapporto vengono definite l’insieme delle filiere culturali e creative) nel 2017 si deve il 6% della ricchezza prodotta in Italia: oltre 92 miliardi di euro. Dato in crescita del 2,0% rispetto all’anno precedente. E non finisce qui, perché la cultura ha sul resto dell’economia un effetto moltiplicatore pari a 1,8: in altri termini, per ogni euro prodotto dalla cultura se ne attivano 1,8 in altri settori. Il Sistema Produttivo Culturale e Creativo dà lavoro a più di 1,5 milioni di persone, il 6,1% del totale degli occupati in Italia. Dato anch’esso in crescita: +1,6%, stavolta con un risultato superiore alla dinamica del complesso dell’economia (+1,1%).

“Ferrara – ha evidenziato Paolo Govoni, presidente della Camera di commercio – dispone di un patrimonio culturale straordinario che dobbiamo certamente custodire, ma anche valorizzare, incrementare, integrare con nuove progettualità. La nostra provincia – ha proseguito il presidente – si identifica anche con i suoi impareggiabili tesori, è la storia che li ha plasmati e che compone il dna delle nostre città e delle nostre comunità. Questo non vuol dire che dobbiamo sentirci custodi di un museo. Al contrario, i nostri tesori sono abitati, vissuti, vivi ogni giorno. E sta proprio alla nostra responsabilità continuare a farli vivere nel tempo, in modo che ci aiutino a rafforzare i nostri legami di comunità e diventino leva di saperi diffusi, di benessere, di crescita delle opportunità, in ogni ambito della vita della società”.

Dopo i saluti del presidente Govoni e di Tiziano Tagliani, sindaco della Città capoluogo, toccherà a Cristiano Bendin, direttore Resto del Carlino Ferrara, introdurre la Tavola rotonda moderata dalla giornalista Camilla Ghedini ed alla quale parteciperanno Giuseppe Tripoli, segretario generale Unioncamere, Fabio Renzi, segretario generale Fondazione Symbola, Ursula Thun Hohenstein, prorettrice delegata al Sistema Museale dell’Università di Ferrara, e Carlo Cambi, giornalista e conduttore televisivo. Seguiranno gli interventi dei vertici delle associazioni territoriali di categoria e dei rappresentanti delle istituzioni.

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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