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Restano solo sei giorni per sostenere con il vostro contributo lo sviluppo di Ferraraitalia. Domenica termina la raccolta del crowdfunding e trarremo il bilancio di un’operazione comunque già oltremodo positiva poiché il traguardo fissato all’inizio, quello dei cinquemila euro, è già stato raggiunto e oltrepassato. Siamo a 5.230 euro e c’è ancora un po’ di tempo per migliorare ulteriormente il risultato e contribuire a dare forza alla libera informazione. Abbiamo tante nuove idee per un rilancio in grande stile del giornale, il cui tratto distintivo resterà sempre quello dell’indipendenza e dell’assoluta autonomia di giudizio. Per questo ci rivolgiamo direttamente a voi lettori. Con i contributi raccolti provvederemo a dotarci di una sede redazionale che sarà la casa di Ferraraitalia: un luogo di lavoro per la redazione e di incontro con chi ci legge e ci sostiene.

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Ecco l’elenco di chi ha finora contribuito al progetto (alcuni hnno preferito non rendere pubblico il loro nome). A ciascuno esprimiamo la nostra profonda gratitudine:

Istituto di Storia contemporanea di Ferrara
Marco Sgarbi
Simonetta Sandri
Vincenzi Paolo
Claudio Ramponi
Luca Zucchi
Giorgia Zecchini
Anpi provinciale di Ferrara
Giuseppe Sarti
Vincenzi Eleuterio
Vincenzi Maurizio
Daniele Lugli
Associazione amici dei musei e dei monumenti ferraresi
Giovanni Fioravanti
Tito Cuoghi
Fiorenzo Baratelli
Spi Cgil Ferrara
Fabio Zangara
Paola Forlani
Anna Maria Baraldi Fioravanti
Alice Pelucchi
Fabrizio Saccenti
Federmanager Ferrara
Massimo Maisto
Carla Collina
Patrizio Fergnani
Cesare Ricchiuti
Gabriella Cavalieri
Franco Stefani
Leonardo Facchini
Leonardo Facchini
Leonardo Facchini
Gianluca Fratini
alessandra chiappini
Mario Caniatti
Patrizia Moretti
Catian Boni
Roberto Vincenzi
Alberto Pizzirani
Rolando Bellani
Giorgia Mazzotti
Carlo Alberto Cova
claudio allegra
Michele Andreotti
marco bonora
Andrea Bighi
Giuseppe Milone
Elisabetta Vincenzi
Mandini Paolo/Cardinali Paola
Stefano Pavani
Giovanni Samannà
Raffaele Rinaldi
Riccardo Pareschi
Giovanni Cocconi
Giovanni Cocconi
Lucia Marchetti
Gianni Venturi
Iris Corberi
Simonetta Sandri
Fernando Baraldi
Sara Cambioli
Camilla Ghedini
Raffaele Giordani
Paola Conconi
Andrea Boldrini
luca gavagna
Chiara Bertelli
raffaella parizzi
Ivana Cambi
Simone Ferraresi
Federico Varese
Enrico Testa
Davide Bassi
alberta e ranieri varese
maria cavalieri
Paola Bonora
Elisa Uccellatori
Leonardo Fiorentini
Francesco Ragusa
Maria Conconi
Maurizio Andreotti
Cinzia Pagnoni
Elena Tamburini
mario sunseri
Andrea cirelli

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Redazione di Periscopio


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


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