Skip to main content

da: Circolo Sinistra Ecologia e Libertà “Don Chisciotte” Ferrara

Sinistra Ecologia Libertà di Ferrara aderisce convintamente alle iniziative che la CGIL ha indetto contro i provvedimenti che il Governo sta approvando in materia di lavoro. Riteniamo sbagliato che un partito che si ispira al socialismo europeo consideri utili per la ripresa economica del Paese provvedimenti come quelli contenuti nel Jobs Act approvato dal Senato in questi giorni. Nessun accenno, al contrario, alla necessità di investire sul recupero delle aree a rischio di dissesto idrogeologico (la tragedia già vissuta di Genova ne è un triste e significativo esempio), sui processi di riorganizzazione del sistema produttivo e sulle risorse ambientali. Se bastasse ridurre il livello dei diritti per garantire lo sviluppo economico del Paese, i Paesi del Terzo Mondo dovrebbero essere i più sviluppati. Al contrario, abbiamo sotto gli occhi l’esperienza di paesi come quelli del Nord Europa, dove buoni livelli di welfare ed economie competitive convivono senza problemi.

SEL ritiene che sia prioritario mettere al centro del proprio impegno un nuovo modello di società del diritto, non fondata solo ed esclusivamente sulla rivendicazione secca, ma sulla scommessa che il diritto e la competitività possono coesistere e devono diventare il fulcro di una economia dei paesi europei modello per il resto del mondo. Siamo fermamente contrari a politiche nelle quali lo scambio diritti-lavoro viene utilizzato come in un gioco di specchi per le allodole e non ci convince la favola che togliere diritti agli anziani possa rappresentare l’unica garanzia per i giovani.

Invitiamo tutti i lavoratori a respingere questo atteggiamento, tutto rivolto a colpire – per l’ennesima volta – una delle parti più deboli della nostra società. Va respinta fermamente l’idea di “meno diritti, pane per tutti”. Va perseguita una politica volta al rilancio della nostra industria migliore, ad iniziare da quella a più elevato know-how, anziché permettere alle imprese – come nel caso Fiat – di fuggire dal proprio Paese. Va condiviso il concetto che qualità e concorrenzialità del prodotto si costruiscono con il coinvolgimento del lavoratore, riconoscendone e sviluppandone la professionalità e le capacità, anziché mortificandole. Questo deve essere il valore del lavoro italiano.

Il ricatto del licenziamento, la diminuzione dei Diritti, non sono la chiave per risolvere il problema della disoccupazione. Da sempre negli anni di crisi le imprese illuminate hanno investito e attrezzato le proprie aziende ad aggredire i mercati alla ripresa dell’economia; in Italia invece, oggi, si pensa di utilizzare i Diritti delle persone come merce di scambio, scegliendo di seguire una strada facile e breve. Una strada che comunque non porterà da nessuna parte. Sono anni che governi di destra e di (pseudo)centrosinistra continuano a proporre lo strumento della flessibilità come panacea di tutti i mali, rincorrendo formule magiche che non hanno funzionato nemmeno nella vicina Germania, che dopo aver flessibilizzato il mondo del lavoro con i mini job si ritrova ad affrontare una e vera recessione tecnica che getta ombre minacciose su un possibile percorso di ripresa del continente. Queste politiche, porteranno a conseguenze ancor più drammatiche nel nostro territorio, già fortemente minato dalla crisi del lavoro, con una disoccupazione che è arrivata nel 2013 ad un tasso del 14,2% – il più alto dal 1977 – che coinvolge il 42,3% dei nostri giovani, e per la quale la soluzione non potranno essere le norme previste dal Jobs Act, ma piani di investimento per il lavoro e per l’accrescimento della professionalità dei lavoratori.

Per queste ragioni, condividiamo e sosteniamo tutte le iniziative di mobilitazione dei lavoratori, promosse dalla CGIL nel nostro territorio, a partire dallo sciopero generale del prossimo 16 ottobre.

Sinistra Ecologia Libertà, Circolo di Ferrara

tag:

Riceviamo e pubblichiamo


PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

Top Five del mese
I 5 articoli di Periscopio più letti negli ultimi 30 giorni

05.12.2023 – La manovra del governo Meloni toglie un altro pezzo a una Sanità Pubblica già in emergenza, ma lo sciopero di medici e infermieri non basterà a salvare il SSN

16.11.2023 – Lettera aperta: “L’invito a tacere del Sindaco di Ferrara al Vescovo sui Cpr è un atto grossolano e intollerabile”

04.12.2023 – Alla canna del gas: l’inganno mortale del “mercato libero”

14.11.2023 – Ferrara, la città dei fantasmi

07.12.2023 – Un altro miracolo italiano: San Giuliano ha salvato Venezia

La nostra Top five
I
 5 articoli degli ultimi 30 giorni consigliati dalla redazione

1
2
3
4
5

Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

1
2
3
4
5

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it