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La notizia è sconcertante e merita di essere indagata. Recenti dati raccolti dall’Osservatorio sulla legalità di Unioncamere Emilia-Romagna e Universitas Mercatorum relativi allo sviluppo del fenomeno mafioso segnalano a Ferrara un allarmante potenziale incremento delle infiltrazioni e un indice di vulnerabilità che colloca la nostra città al secondo posto in regione e al quinto a livello nazionale. Ferrara, dunque, sorprendentemente permeabile. E’ mai possibile? E se è così perché non ce ne siamo accorti?
Nella ricerca si parla di “vulnerabilità” e di “rischio infiltrazione”. Ferrara risulterebbe ai vertici della poco desiderabile classifica nazionale secondo questi parametri, che indicano però una potenzialità, dunque un rischio, più che una realtà. Un rischio però da considerare con la massima attenzione. Ieri al riguardo abbiamo pubblicato un’intervista al professor Mazzitelli della Sapienza di Roma che ha curato la ricerca in questione [leggi l’intervista, leggi la ricerca].

I dati presentati e la realtà tratteggiata sollevano altri interrogativi. Cosa significa mafia oggi? Quali sono le modalità operative di un’organizzazione criminosa di stampo mafioso, in quale maniera penetra e si muove nel territorio, quali legami stipula e su quali connivenze fa leva?

A tali domande cercheremo risposta lunedì alle 17, alla sala Agnelli della biblioteca Ariostea, nell’ambito del proprio ciclo di incontri dal titolo “Chiavi di lettura – opinioni a confronto sull’attualità”. Ferraraitalia propone infatti un riflessione su questi temi, stimolata da autorevoli esperti, nella quale si alterneranno suggestioni narrative e testimonianze dirette.
Interverranno il sociologo ferrarese Federico Varese (docente alla Oxford University, fra i più autorevoli studiosi di criminalità di stampo mafioso a livello internazionale), Andrea Mazzitelli (docente all’Universitas Mercatorum e autore della citata ricerca di Unioncamere), il comandante della Guardia di Finanza di Pordenone Fulvio Bernabei (per otto anni al vertice della GdF di Ferrara), Tito Cuoghi esperto di eco-mafie e l’avvocato Donato La Muscatella referente di Libera Ferrara.

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Redazione di Periscopio

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PAESE REALE

di Piermaria Romani

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
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