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da: ufficio stampa Provincia di Ferrara

Lavori della Provincia nelle scuole secondarie superiori del territorio

Con i decreti firmati dal presidente Tiziano Tagliani, la Provincia approva i progetti esecutivi per lavori di adeguamento alla normativa antincendio in numerosi edifici scolastici di scuole secondarie superiori.
Un intervento complessivo di messa in sicurezza che vale due milioni di euro, dei quali 1,5 finanziati dal Ministero dell’istruzione e 500mila dal bilancio dell’amministrazione che ha sede in Castello Estense.
Entro l’anno tutti i lavori saranno affidati e avranno termine nel corso del 2016.
Nello specifico, si tratta d’interventi da eseguire negli impianti delle scuole, istallazione di porte antincendio e opere edili a servizio della certificazione e prevenzione degli incendi.
Per quanto riguarda il Delta, saranno interessati gli istituti di Lido Estensi e il centro scolastico di Codigoro.
Nel Centese, lavori saranno eseguiti nell’istituto Cevolani in via Matteotti, all’Isit di via Rigone e al Fratelli Taddia di via Baruffaldi.
Altri cantieri nella zona del Basso Ferrarese interesseranno gli istituti di Argenta, l’Ipsia di Portomaggiore e Ostellato.
A Ferrara, invece, i cantieri di messa a norma riguarderanno gli istituti Roiti, Bachelet sede e succursale, liceo Ariosto sede e succursale Ginevra Canonici, Varano e la sede di Cisterna del Follo del Vergani.
Sempre nel corso del 2016 la Provincia eseguirà anche interventi per circa 800mila euro per adeguare le scuole secondarie superiori alla normativa di prevenzione del rischio sismico. Fondi finanziati nell’ambito della ricostruzione post terremoto 2012, messi a disposizione dal commissario straordinario e presidente della Regione Emilia-Romagna.
Il 2017, infine, vedrà partire un ulteriore cantiere di due milioni all’ex Itip in via Pacinotti a Ferrara.
Un investimento (“scuole innovative”) che prevede la demolizione dell’attuale capannone (con copertura in eternit che andrà dunque smaltito) e la costruzione di una nuova scuola con tutti i requisiti e accorgimenti in termini di sicurezza e risparmio energetico, destinata a ospitare l’Ipsia.
La previsione di termine lavori è entro il 2018 e il finanziamento proviene per intero da un bando Inail.

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PROVINCIA DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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