Skip to main content

Da: Regione Emilia Romagna

I dati Istat. Tasso di occupazione quasi al 70%, solo il Trentino Alto Adige fa meglio, mentre le esportazioni di beni e servizi arrivano a quasi 47 miliardi con un incremento superiore al Nord Est, al Nord Ovest e alla media nazionale

Bologna – L’Emilia-Romagna non si ferma, con l’occupazione che cresce ancora e l’export che continua a segnare record. A fine settembre, infatti, il numero degli occupati è di 2 milioni e 15mila, +46mila nel terzo trimestre dell’anno rispetto al terzo trimestre del 2017. Andamento che fa calare il tasso di disoccupazione medio degli ultimi 12 mesi al 6% (dal 6,4%). E nei primi 9 mesi del 2018, le esportazioni hanno segnato un +5,2%, con vendite di beni e servizi all’estero per un totale di 46.680 milioni di euro (+2.313 milioni di euro rispetto all’anno scorso), al di sopra sia del Nord-Est (+4,7%), del Nord-Ovest (+3,4%) e dell’andamento nazionale (+3,1%), davanti a Lombardia (+5,1%) e Veneto (+2,9%). Il saldo commerciale registra poi il valore più alto di sempre: +20 miliardi.

E’ quanto si ricava dai dati Istat sull’export e sull’andamento del mercato del lavoro.

“Mentre il Paese rallenta, l’Emilia-Romagna continua a correre- afferma il presidente della Regione, Stefano Bonaccini-. Questo soprattutto per merito di imprese straordinarie e professionalità di eccellenza in ogni settore della nostra economia, dal manifatturiero all’agricoltura, dal turismo ai servizi. Come Regione stiamo sostenendo questa dinamica investendo su ricerca e formazione, innovazione e internazionalizzazione. E puntiamo molto sulla leva diretta degli investimenti pubblici per mettere in sicurezza il territorio e gli edifici. Anche la concertazione rilanciata col Patto per il Lavoro ci sta aiutando a mettere a fuoco opportunità e problemi da risolvere: penso alla necessità di ridurre il precariato e la scelta di investire 260 milioni per i giovani”.

Lavoro – Nel terzo trimestre 2018, il tasso di occupazione regionale è al 69,8%, +1,1 punti percentuali rispetto al terzo trimestre 2017; nello stesso periodo, il tasso di disoccupazione è sceso al 4,7% (-1,6%) e il tasso di attività regionale è fissato al 73,4%: a livello nazionale, solo il Trentino Alto Adige fa segnare valori migliori per i tre indicatori.

In termini assoluti, nel trimestre il numero degli occupati è arriva a 2 milioni e 15 mila, 46mila in più rispetto al terzo trimestre del 2017 (+2,3%). Calano le persone in cerca di occupazione: circa 100mila, 33mila in meno (-25%).

Export – Tra gennaio e settembre 2018, dall’Emilia-Romagna sono stati esportati beni e servizi per un totale di 46.680 milioni di euro, in crescita del 5,2%, una quota che vale il 13,6% dell’export totale nazionale (dal 13,4% dello stesso periodo del 2017).

Record assoluto per il saldo commerciale: nei primi 9 mesi dell’anno, la differenza fra esportazioni e importazioni ha fatto registrare un +20 miliardi (19.882 milioni) di euro, il valore più alto di sempre, dato che conferma su questo l’Emilia-Romagna prima regione italiana, seguita dal Veneto (+10.779 milioni) e dal Piemonte (10.593 milioni). Inoltre, l’Emilia-Romagna è stata l’unica a vedere crescere significativamente il saldo commerciale rispetto al medesimo periodo dello scorso anno (tra gennaio e settembre 2017, era stato pari a +17.773 milioni di euro).

Su base trimestrale, l’Emilia-Romagna registra il 22esimo incremento tendenziale consecutivo dal primo trimestre 2013. Se si considera il solo terzo trimestre, l’export emiliano-romagnolo ha segnato un +5% rispetto al terzo trimestre 2017, con la Lombardia al +4,1% e il Veneto al +3,5%.

tag:

REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it