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Da: Ufficio Stampa Giunta Regionale Emilia-Romagna

Tutti i numeri dell’attività svolta dall’Agenzia regionale per il lavoro dalla sua istituzione. Quasi 585mila colloqui di orientamento e 294mila di preselezione: 636mila patti di servizio siglati

Bologna- L’Emilia-Romagna punto di riferimento per il Paese sui percorsi di inserimento al lavoro. Il presidente Stefano Bonaccini e l’assessore regionale al Lavoro e alla Formazione, Patrizio Bianchi, hanno incontrato per la seconda volta in Regione i Centri per l’impiego dell’Emilia-Romagna, riunione organizzata dall’Agenzia regionale per il lavoro. Obiettivo, fare il punto sulle politiche regionali di settore e le nuove sfide che si prospettano per la crescita degli occupati.

“Il lavoro e la buona occupazione- ha affermato il presidente Bonaccini – sono stati da subito al centro delle nostre politiche, attraverso il Patto per il lavoro e anche con la scelta di istituire l’Agenzia regionale per il lavoro, di grande importanza per il rapporto diretto con i territori e le specificità dei mercati del lavoro locali. Dal 2015 la disoccupazione è calata dal 9 al 5,7%, anche se il nostro obiettivo rimane quello della piena occupazione, con il raggiungimento di un indice fra il 4% e il 5%, e soprattutto l’estensione dei diritti, con la lotta al precariato, paghe degne e maggiore sicurezza. La sfida è puntare sulla qualità, forti di strutture capaci e che funzionano, e che sono in grado di accompagnare al lavoro anche le persone più fragili o con disabilità. Chi lavora in quest’ambito, troverà sempre il sostegno della Regione, compresi i navigator, che devono diventare anch’essi parte del sistema, per l’obiettivo primario di creare occupazione”.

Dall’istituzione dell’Agenzia per il lavoro in Emilia-Romagna, i Centri per l’impiego pubblici hanno effettuato 584.515 colloqui di orientamento e 293.954 di preselezione, 635.753 patti di servizio siglati, promosso 5.215 tirocini, erogati servizi a 34.897 imprese, segnalato alle imprese 159.195 lavoratori. I 9 uffici di collocamento delle persone con disabilità hanno preso in carico 23.701 nuovi utenti, realizzato 58.524 colloqui, stipulato 47.039 patti di servizio, inviate 24.576 persone a servizi specialistici, promosso 2.520 tirocini, gestito 8.411 richieste di preselezione/incontro domanda da parte delle imprese. La rete regionale conta anche sulla disponibilità di 28 soggetti privati accreditati (246 sedi). Sono 15 mila le persone prese in carico per la realizzazione di un programma di ricerca del lavoro personalizzato e i 54 soggetti privati accreditati (con 165 sedi) che offrono servizi alle persone fragili e vulnerabili hanno preso in carico, nell’integrazione con i servizi sociali e sanitari, 8.651 persone.

“Questi numeri- ha detto l’assessore Patrizio Bianchi– dimostrano come un’iniziativa pubblica possa creare le condizioni affinché un’intera comunità sia in grado di generare lavoro. Per questo la Rete che abbiamo costruito deve essere a riferimento per il Paese. In questa dimensione, diamo il benvenuto ai navigator che, inseriti in una struttura che funziona, sapranno dare il loro contributo positivo. E’ il momento di fare il salto di qualità, di rendere più forte il sistema nel lungo periodo e codificare le buone pratiche sperimentate in questi anni di inserimento al lavoro perché possano essere utilizzate anche in altre realtà”.

Il presidente Bonaccini e l’assessore Patrizio Bianchi hanno richiamato anche le nuove sfide: un’integrazione sempre più forte con i soggetti privati della Rete Attiva per il Lavoro, la nuova fase di Garanzia Giovaniin partenza in questi giorni e da settembre la convocazione dei 15 mila beneficiari del reddito di cittadinanza.

La ricerca del lavoro in Emilia-Romagna, in cifre

Agenzia per il lavoro: 38 Centri per l’impiego, 9 uffici per il collocamento mirato, 429 operatori provenienti dalle amministrazioni provinciali, 165 nuovi operatori e 165 navigator.

Privati accreditati: 28 soggetti privati accreditati (246 sedi) e 54 ulteriori soggetti privati accreditati (con 165 sedi) che offrono servizi alle persone fragili e vulnerabili.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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