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Lavoro. Svolgere in apprendistato gli ultimi anni dei percorsi di Istruzione e Formazione professionale, la Regione pronta a investire. Colla: “Valorizzare e incrementare questa opportunità per accompagnare i giovani nel mondo del lavoro e creare buona occupazione”

“Sarà un punto qualificante del prossimo accreditamento formativo, utilizzeremo le risorse europee 2021-2027”. Percorsi anche per chi ha fatto gli Its, per conseguire una laurea professionalizzante e nelle imprese possibilità di apprendistato di ricerca

Bologna – “In Emilia-Romagna vogliamo valorizzare l’apprendistato nell’istruzione e formazione professionale, rendere possibile svolgerlo sia nel terzo anno per la qualifica che nel quarto anno per il diploma professionale, definendo un percorso che all’ultimo anno avvicini i giovani al mondo del lavoro: ci sarà un sostegno economico per i soggetti, ci sarà l’investimento in competenze che è un nostro obiettivo”.

Lo ha annunciato l’assessore regionale alla Formazione e al Lavoro, Vincenzo Colla, intervenendo all’incontro “Buone pratiche di apprendistato a scuola al tempo del Covid”, organizzato da Adapt, associazione no profit fondata da Marco Biagi con l’obiettivo di promuovere studi e ricerche nel campo del diritto del lavoro e delle relazioni industriali.

“Valorizzare l’apprendistato significa accompagnare i giovani nel modo del lavoro, con una sorta di accoglienza educativa, formativa, teorica e pratica governata- ha continuato l’assessore-. I ragazzi non saranno abbandonati, un tutor li accompagnerà in un sistema che si intrecci con le academy private, con i tecnopoli, con le aziende migliori del territorio ma anche con le piccole e medie imprese. Un’opportunità che permetterà ai giovani dei percorsi inseriti nei percorsi di formazione professionale di sperimentarsi nel mondo del lavoro e alle imprese di conoscere questi ragazzi. E questo darà occasione di creare occupazione”.

“Sarà un punto qualificante del prossimo accreditamento formativo e di investimento utilizzando le risorse europee del sessennio 2021-2027. È un percorso- ha aggiunto Colla- che intendiamo costruire anche per gli Its, gli Istituti Tecnici Superiori, per consentire ai giovani che hanno concluso il percorso negli Istituti Tecnici Superiori di vedersi riconosciuti i crediti per l’accesso alla laurea professionalizzante, da acquisire in apprendistato”.

“Dobbiamo dare vita a un sistema di passerelle che consentano a un ragazzo di passare alla laurea professionalizzante dopo aver conseguito crediti all’Its. E che, allo stesso tempo, consenta a chi voglia lasciare l’Università di passare agli Its, perché nessun giovane deve essere lasciato solo nel trovare il proprio futuro- ha sottolineato Colla-. Un’altra opportunità su cui la Regione vuole puntare è data dal prevedere nei bandi che sostengono le attività delle imprese di finanziare il costo del lavoro di nuove assunzioni, con l’apprendistato di ricerca”.

“Per tutto ciò abbiamo bisogno che il sistema della formazione sia in grado di affrontare i cambiamenti e l’innovazione e stiamo pensando al nuovo accreditamento- ha concluso l’assessore-. Spero davvero che il Next Generation Eu possa diventare il più grande investimento sui saperi, sulle competenze e sulle abilità, una strada che percorreremo con tutti i sottoscrittori del Patto per il lavoro e per il Clima”.

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
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Francesco Monini
direttore responsabile


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