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Da: Organizzatori
L’evento organizzato il 24 maggio da Logikamente S.r.l. in collaborazione con Opticon, Graphite e Business Binder, ha rappresentato un importante momento di incontro tra imprenditori, enti di formazione, scuola e operatori oltre che un’occasione per fare il punto della situazione in merito alle nuove necessità delle aziende del settore manifatturiero e alle tendenze attese per il futuro.

Erano oltre cinquanta, le persone che venerdì 24 maggio si sono recate presso la sala conferenze del ristorante agriturismo Principessa Pio, in occasione dell’evento dedicato alle PMI del settore manifatturiero “Software di successo”.

L’appuntamento gratuito organizzato da Logikamente S.r.l., software house ferrarese attiva nel settore delle soluzioni per il decision making, in collaborazione con partner attivi nel settore dell’Information tecnology, della logistica e della supply chain e delle tecnologie per l’Identificazione e raccolta automatica dei dati, ha risposto perfettamente alle attese degli organizzatori. Dopo l’apertura dei lavori da parte di Stefano Ciammarughi, CEO di Logikamente, con il workshop “Il software industriale come strumento per l’efficientamento dei processi produttivi” si è dato il via a quello che ha rappresentato il vero e proprio momento di condivisione e confronto con il publico presente: la tavola rotonda. A salire sul palco per raccontare le possibili modalità di approccio ai modelli di smart factory e di fabbrica intelligente da parte delle aziende, sono stati tre imprenditori provenienti da tre differenti territori: Nicola Vaccari, CEO di Vaccari Mauro S.r.l. (BO), Luca Bilato, sales manager di Tommasin & C. S.r.l. (PD) e Ilario Ferrari, Owner di Arda Solutions S.r.l. (FE). Grazie alle testimonianze dei tre interlocutori coinvolti, si sono potuti indagare, tempi, modi, difficoltà riscontrate e azioni correttive effettuate per avviare all’interno delle aziende processi di digitalizzazioni al fine di aumentare qualità e competitività.
Data la presenza tra il pubblico di rappresentanti di istituti scolastici del territorio ed enti di formazione, non si è potuto prescindere dall’affrontare il tema delle nuove competenze richieste da parte delle smart factory e della necessità di rafforzare i legami e le collaborazioni tra scuola e impresa.

La mattinata è proseguita con i workshop di formazione dedicati all’importanza dei dati per l’ottimizzazione dei processi di supply chain, alle soluzioni e strategie per migliorare la gestione delle scorte a magazzino e delle tecnologie AIDC applicate al settore assemblaggio automotive, grazie agli interventi di Carlo Binder, Livio Di Blasi e Michele Brandoli

Soddisfatti per la sentita partecipazione del pubblico e par la buona riuscita dell’appuntamento, Stefano Ciammarughi, Francesca Cavazzuti e Filippo Orlando, soci di Logikamente, hanno così commentato l’esito dell’ evento “Ci auguriamo che questo sia solo il primo di una lunga serie di appuntamenti dedicati alle PMI del settore manifatturiero, il nostro obiettivo e quello di organizzare questo momento di confronto e crescita in maniera puntuale, per supportare le aziende interessate ad avviare processi di digitalizzazione non solo con strumenti e competenze, ma anche con esperienze concrete da parte di attori che in prima persona hanno vissuto e hanno portato all’interno delle loro realtà questi cambiamenti”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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