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Da: IIS Montalcini.

Chiudendo le iniziative che riguardano la Giornata della Memoria, è stata organizzata dall’Istituto Montalcini un’uscita didattica presso la città di Ferrara con visita al ghetto e ad luoghi simbolo della Ferrara ebraica con la studiosa Laura Secchieri Graziani, pregevole studiosa degli Insediamenti della comunità ebraica ferrarese e della struttura urbanistica abitativa del ghetto di Ferrara.

Gli alunni del Montalcini hanno scoperto che Il primo ghetto d’Europa è stato istituito a Venezia nel 1516 per volontà della Repubblica veneta, mentre quello di Ferrara è stato istituito successivamente dalle autorità ecclesiastiche cattoliche quale forma di controllo e segregazione degli ebrei nel 1624 e ha funzionato fino all’unità d’Italia (1860).

L’attuale quartiere dell’antico ghetto di Ferrara si trova a poca distanza dal Duomo e dal Castello e ha mantenuto in larga misura la sua struttura e i suoi caratteri originari.

Nella passeggiata per il ghetto gli alunni del Montalcini hanno ricordato Giogio Bassani, lo scrittore che ha fatto conoscere la Ferrara ebraica al mondo.

La visita dei ragazzi é iniziata da via Mazzini, di cui parla anche Bassani, situata in fondo alla Piazza Trento e Trieste e dove era uno dei cinque cancelli che chiudevano il ghetto, é proseguita per via Vignatagliata, dove si trovava il secondo cancello e da qui gli alunni si sono addentrati nel vero cuore del ghetto dove si svolgeva la vita quotidiana della comunità, via Contrari e via della Vittoria, Piazzetta Lampronti ecc. Queste vie conservano ancora quasi inalterato l’aspetto che avevano nei secoli scorsi e per questo vanno percorse in silenzio, cercando di coglierne l’atmosfera particolare, di percepire il senso della vita di una comunità che nel tempo ha vissuto qui momenti sereni, ma, più spesso momenti di persecuzione e di dolore.

La dott.ssa Graziani raccontato agli studenti dell’architettura del ghetto, di come nel tempo esso sia cambiato e chi l’ha abitato, trasportando gli alunni nella vita quotidiana di quegli uomini e di quelle donne di cui oggi possiamo ancora avere memoria.

In un tour emozionante, coinvolgente ed evocativo gli alunni della 2 A sss dell’IIS Montalcini di Argenta hanno reso onore alla memoria di tutti gli ebrei di Ferrara perché conoscere e non dimenticare è un dovere di tutti, soprattutto delle nuove generazioni, che proseguano nel futuro facendo tesoro delle esperienze sia positive sia negative del passato.

Un ringraziamento speciale va al Direttore dell Biblioteca Ariostea Angelo Andreotti per il prezioso aiuto e supporto fattivo e collaborativo e a Fausto Bertoncelli del Comune di Ferrara, che ci ha ‘guidati’ in modo strategico per le vie della cittá.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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