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Da: Ufficio Comunicazione e Turismo Confcooperative Ferrara

Le cooperative sociali di Confcooperative Ferrara unite in un unico messaggio: “Ci siamo sempre stati, e ci saremo”.

Le cooperative di Federsolidarietà Ferrara si uniscono in un gesto simbolico con una campagna di comunicazione. Appuntamento in rete, venerdì 18 dicembre, alle ore 12.00.

Esprimere il proprio valore, generarlo attraverso una campagna di comunicazione e farlo usando poche e giuste parole per esprimere la propria identità sociale e solidale per il territorio ferrarese è lo scopo di questa campagna di comunicazione per Federsolidarietà Ferrara che mira a dialogare con soci, fornitori, famiglie, clienti, stakeholder.

Una comunicazione interna quindi, un dialogo che vuole essere anche un augurio di Natale e per il prossimo anno e un ricordo, una manifestazione di constante vicinanza: “Ci siamo sempre stati, e ci saremo”.

“L’immagine della campagna è una bambina che guarda attraverso una fessura, ricorda le mascherine di questo anno 2020. Gli occhi del viso l’unica cosa che non abbiamo mai coperto. La vista, l’organo che ci permette di guardare, osservare, capire, comprendere e non essere indifferenti al mondo” spiega Chiara Bertolasi, la referente delle coop sociali aderenti al sistema di Confcooperative – “Le cooperative sociali di Ferrara hanno fatto in questo anno di pandemia e faranno sempre la loro parte. Siamo sempre stati lì, dalla stessa parte, tutti insieme: solidali con il territorio e accoglienti gli uni con gli altri. E’ così ora, sarà così domani” conclude la Bertolasi che è anche vice presidente di Confcooperative Ferrara.

Venerdì 18 dicembre, alle ore 12.00 tutte le cooperative aderenti a Federsolidarietà Ferrara faranno uscire contemporaneamente questa che potremmo chiamare anche “pubblicità progresso”. E’ il #ddaysocialfe che unirà in un unico messaggio 20 cooperative ferraresi: cooperative Germoglio, Meeting, Serena, Consorzio Sì, Spazio Anffas, Coop81, Integrazione Lavoro, Centro Marrara, Work And Services, Impronte Sociali, Consorzio Res, Ferrara Eventi, Comunità Alloggio, La Vostra Assistenza, Azioni.Coop, Santa Maria, Officina 68, Ferrara Prossima, Sfera e Aro.
 

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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