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Sabato 6 novembre 2021 ha preso il via la Stagione teatrale Le Magnifiche Utopie, organizzata da Teatro Nucleo , in collaborazione con Slou Società Cooperativa che cura la rassegna “Estensioni – Jazz Club Diffuso” e con la Biblioteca Bassani del quartiere Barco, per nutrire i sogni e le visioni, per contribuire al rilancio culturale della zona nord di Ferrara, con il sostegno della Regione Emilia Romagna e del Ministero Italiano della Cultura.

La Stagione teatrale Le Magnifiche Utopie prosegue domenica 14 novembre alle 19.00 con lo spettacolo di Abraxa Teatro “Il percorso di un’anima: Dante e la Divina Commedia”, adatto ad un pubblico eterogeneo per età (ragazzi dai 10 anni in su) caratterizzato da un particolare allestimento scenico circolare, progettato per integrare gli spettatori e renderli testimoni  interattivi dello svolgimento dell’opera. Questa scelta è dettata dalle celebrazioni nel 2021 della morte del poeta e Abraxa Teatro, con questo nuovo progetto scenico, vuole rendere omaggio a questa figura fondamentale della cultura italiana.

Domenica 14 novembre alle 19.00 | Teatro Julio Cortàzar (via della Ricostruzione 40, Pontelagoscuro – Ferrara) | Ingresso a offerta libera | Prenotazione obbligatoria scrivendo a biglietteria@teatronucleo.org

“Il percorso di un’anima: Dante e la Divina Commedia” di Abraxa Teatro

Regia di Emilio Genazzini. Con: Massimo Grippa, Alberto Brichetto, Lorenzo De Santis, Giulia Genazzini, Giorgia Lunghi, Silvia Ponzo, Mariano Viggiano.

Lo spettacolo è la realizzazione di un viaggio affascinante, con colori e toni molto differenziati tra le tre cantiche poeticamente descritte dall’Alighieri.
Un viaggio elaborato con un disegno drammaturgico tale da segnare un “percorso” con ritmi di azioni diversi e incalzanti, contraddistinte da forti contrasti, attuando una serie di soluzioni sceniche ideate per superare le difficoltà inerenti a questo complesso compito di allestimento.
Il progetto della messinscena è originale: non si vuole rappresentare tutta la Commedia, ma si narreranno volutamente solo alcuni canti per arrivare a esprimere e a comunicare alcuni tra i valori più importanti trattati dalla Commedia, qualcosa definibile come una quintessenza dell’opera. Questo anche per facilitare il pubblico a comprendere e porre  l’attenzione sugli argomenti scelti.

Pertanto sono stai posti in evidenza:

Il Canto III dell’Inferno perché incarna la possibilità di catapultare gli spettatori nel primo dei mondi ultraterreni in quanto è il canto in cui Dante insieme al poeta latino Virgilio, si trova di fronte alla porta dell’Inferno. Questo creerà la condizione scenica affinché tutti gli spettatori si sentano totalmente coinvolti nell’attraversamento della porta menzionata. L’apparizione di Caronte, che raccoglierà tutte le anime per traghettarle verso la riva dei dannati, la bandiera seguita dagli ignavi, il suono del terremoto creato con musica dal vivo, la superficie riflettente e deformante dei dannati, l’apparizione e la sparizione delle anime, costituiranno un insieme di continue sorprese che terranno gli spettatori continuamente presenti emotivamente e intellettualmente nella rappresentazione;

Il Canto VI del Purgatorio invece, dopo una introduzione creata dal canto delle muse e da alcuni versi appartenenti al Canto I del Purgatorio, esprime tutta la rabbia del Sommo Poeta nei confronti delle guerre, che nella sua epoca continuavano ad attraversare il terreno italico, e nei confronti del vuoto di potere determinatosi con la lotta tra il papato e l’imperatore. Mentre in relazione alla città di Firenze ne mette in luce in maniera ironica e particolarmente graffiante la corruzione degli amministratori e la volubilità delle genti;

Il Canto III del Paradiso anch’esso introdotto dal canto, Benedictus, catturerà l’attenzione per un improvviso cambio scenico che muterà il colore del suolo della messinscena dal verde al bianco. Qui comparirà il personaggio di Beatrice con tutta la sua carica di energia positiva e insieme ad altri personaggi femminili risponderanno alle domande dell’Alighieri sul Paradiso fino a giungere all’inizio del Canto IV per incontrare il dubbio di Dante sull’affermazione di Platone, “Dice che l’alma a la sua stella riede”. L’epilogo è tutto dedicato all’anima Dante e alla morte del sommo poeta toscano.

La “cucitura” drammaturgica dello svolgimento dei canti, sarà realizzata da una voce narrante che in maniera poetica ma chiara, darà agli spettatori presenti tutte le immagini e i nessi drammaturgici per seguire consapevolmente lo svolgersi della messa in scena. Questa voce narrante, registrata, sarà quella di Stefano De Sando che è uno dei doppiatori italiani più affermati in quanto è la voce ufficiale di Robert De Niro da tantissimi anni e anche di altri famosi attori internazionali.
L’allestimento scenico ha una parte importante nell’innovatività dell’ideazione in quanto è stato progettato per utilizzare uno spazio scenico con 3 elementi, che daranno il senso di tronchi di cono adagiati a terra, scelti per ritrovare simbolicamente le configurazioni dei mondi ultraterreni visitati da Dante. Questi elementi scenici montano superfici riflettenti in grado di restituire ai personaggi e agli spettatori, testimoni interattivi, immagini nascoste del percorso dell’opera.

PROGRAMMA NOVEMBRE / DICEMBRE 2021

 Domenica 14 Novembre alle 19.00  –  Teatro Julio Cortazar – Ingresso a offerta libera
Abraxa Teatro presenta “Il percorso di un’anima: Dante e la Divina Commedia”

Giovedì 25 novembre –  Teatro Julio Cortaza alle 19.00  – Ingresso a offerta libera
Kashimashi”, di e con Natasha Czertok, regista e attrice di Teatro Nucleo
alle 20.30 Aperitivo con l’autrice – Costo aperitivo 5 euro
alle 21.30 “Estensioni – Jazz Club Diffuso” – Ingresso 12 euro +dp
Ginevra di Marco e Francesco Magnelli si raccontano”  una serata intima, piena di racconti e lunga 30 anni di musica, dalla fine dei CCCP alla nascita dei CSI fino ai PGR.

Venerdì 26 novembre – Piazza Buozzi, Pontelagoscuro (FE) – Ingresso gratuito
alle 11.30 e alle 15.00 “Tracce-in cammino”, performance di teatro fisico della storica compagnia sarda Theatre En Vol
alle 19.00  “Il grande spettacolo della fine del mondo”, progetto teatrale della compagnia Theatre En Vol.

Giovedì 9 dicembre alle 17.00 – Biblioteca Bassani (via Grosoli 42, Ferrara) – Ingresso a offerta libera
Il Centro Iac di Matera presenta “Bestiario Materano”. Uno spettacolo dedicato in particolare ai bambini dai 6 anni

Venerdì 10 dicembre matinée alle 10.00 – Teatro Julio Cortazar (via della Ricostruzione 40, Pontelagoscuro – Ferrara) in collaborazione con la scuola primaria di Pontelagoscuro – Ingresso a offerta libera
Il Centro Iac di Matera presenta “Bestiario Materano”. Uno spettacolo dedicato in particolare ai bambini dai 6 anni

Sabato 11 dicembre alle 21.00  –  Teatro Julio Cortazar – “Estensioni – Jazz Club Diffuso” – Ingresso 15 euro + dp
Un trio inedito composto dal jazzista Enzo Favata, la violoncellista e cantante argentina Luciana Elizondo e Marcello Peghin alla chitarra.

Lunedì 13 dicembre alle 10.00 – Teatro Julio Cortazar  – Ingresso a offerta libera
“Federico il Topo della Fantasia”, ispirato a una favola di Leo Leonni, a cura di Teatro Immagine.

Le Magnifiche Utopie 

Le Magnifiche Utopie è il nome che Teatro Nucleo a partire dalla prima metà degli anni Ottanta ha dato alla propria progettualità inerente al teatro negli spazi aperti. Parte di questa storia è anche l’immagine scelta per la Stagione che – nello scatto, riattualizzato, di Luca Gavagna – ritrae Paolo Nani in Spagna, a Castilla de la Mancha, nel 1988  in una tournée di Teatro Nucleo dedicata agli spazi aperti. “Aperti” sono tutti quegli spazi fisici e spirituali, privati o istituzionali, emotivi e immaginari che sentono la necessità di aprirsi alla bellezza, alla poesia, all’arte e quindi al teatro: non solo le piazze, le strade o i luoghi pubblici. Tutti quei “luoghi” che hanno urgenza di trasformarsi in qualcosa di ancora irrealizzato, e trovano con il teatro la strada per farlo.
La stagione teatrale Le Magnifiche Utopie  si pone nella prosecuzione ideale di questo progetto, ed è quindi articolata in una pluralità di proposte aperte a diversi pubblici. Tra novembre e dicembre si articola la prima parte della stagione, che riprenderà poi nei mesi di marzo e aprile 2022.
«Ci piacerebbe che la parola chiusura potesse essere sostituita dalla parola cura. È necessaria la “cura” per superare una crisi. Per quel che possiamo, vogliamo continuare ad avere cura del nostro lavoro, del nostro teatro, tenendolo aperto e rendendolo un luogo in cui sentirsi sicuri, trovare nuovi riferimenti capaci di rafforzare il senso d’appartenenza ad una comunità, favorire l’incontro».
Perché il Teatro è la Polis e la polis è aperta, in continua trasformazione, e avanza sempre come la vita.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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