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Da Organizzatori

Sabato 20 maggio, a Ferrara, nella splendida cornice di Palazzo Trotti-Mosti in Corso Ercole I d’Este, storica via definita “la più bella via d’Italia” per l’altissimo valore artistico rinascimentale, si è tenuto il Convegno “Le moderne biotecnologie per la sicurezza dell’uomo e dell’ambiente”. La sessione è stata aperta dal Professor Roberto Gambari dell’Università degli Studi di Ferrara, a seguire sono intervenuti, il Dottor Pier Carlo Scaramagli, Presidente di Confagricoltura Ferrara e il Professor Giorgio Cantelli Forti, Presidente dell’Accademia Nazionale di Agricoltura che ha coordinato l’incontro. In un’Aula Magna gremita all’inverosimile, un pubblico attento ed eterogeneo di agricoltori, studenti di agraria, accademici e professionisti dell’agroalimentare, ha seguito l’incontro dedicato ad un tema che per la sua valenza coinvolge la sicurezza dell’uomo e dell’ambiente, oggi e per gli anni a venire. Le moderne tecniche di ingegneria genetica possono infatti permettere la produzione di prodotti vegetali implementati da caratteri utili alla salute dell’uomo, alla tutela dell’ambiente ed a costi inferiori per le imprese. Il Professor Roberto Defez del CNR di Napoli ha affrontato il tema dell’evoluzione scientifica e politica delle biotecnologie vegetali e il loro ruolo per il futuro della società, sottolineando come nuove tecnologie di miglioramento genetico sono oggi disponibili, consentendo di ricucire il dialogo interrotto tra pubblico e scienziati. Il Professor Michele Morgante, Presidente SIGA (Società Italiana di Genetica Agraria) ha parlato dei miglioramenti genetici fin dall’inizio della storia dell’agricoltura, resa possibile dalla domesticazione delle piante che oggi utilizziamo per la nostra alimentazione, descrivendo poi i fondamenti scientifici di “cisgenesi” e “genome editing” con riferimento a specifiche applicazioni per colture tipiche dell’agricoltura italiana. Il Dottor Stefano Visani dell’Università di Bologna ha relazionato sugli aspetti normativi delle applicazioni biotecnologiche in campo agroalimentare e sui nuovi spazi di discrezionalità per gli Stati membri dell’UE. La Senatrice Maria Teresa Bertuzzi, Membro della Commissione permanente Agricoltura e Produzione Agroalimentare, si è espressa sul concetto di Sostenibilità e innovazione ed anticipato il Piano per lo sviluppo delle biotecnologie sostenibili. Le conclusioni erano affidate al neo Presidente di Confagricoltura, Dottor Massimiliano Giansanti, che di fronte all’attenta Platea ha proposto la creazione di un manifesto di intenti, comune e condiviso. Dedicato al progresso ed allo sviluppo territoriale, dovrà finalmente coinvolgere istituzioni, studiosi del settore agroalimentare, cittadini e organizzazioni professionali per promuovere, valorizzare e tutelare due modelli di sviluppo nazionale: uno dedicato al “Made in Italy”, l’altro rivolto al mercato globale; questo un passaggio dell’intervento “Occorre superare le difficoltà delle imprese ed esprimere finalmente il coraggio di rivedere le posizioni dei singoli interlocutori e assumere decisioni future facendo attenzione a non ricadere nella nostalgia del passato”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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