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Da Provincia di Ferrara

In merito al quesito che il consigliere regionale Alan Fabbri ha indirizzato all’Assemblea della Regione Emilia-Romagna sulla draga acquistata dalla Provincia di Ferrara all’interno del progetto Life Agree, poi data in comodato d’uso al Co.Sa.Go. (Consorzio Sacca di Goro, che raggruppa circa il 95 % della marineria di Goro), si rendono necessarie alcune precisazioni.
Le foto pubblicate corrispondono alla draga com’era prima dei lavori di completa ristrutturazione, estesi anche alle strutture metalliche. Lavori che sono stati eseguiti dal proprietario prima di partecipare al bando di gara e nel corso dei quali sono state aggiunte alcune componenti (“zatterini”). Perciò la draga presentata in offerta ha anche dimensioni diverse rispetto a quella originaria.
È utile precisare, inoltre, che un sistema dragante nuovo, analogo a quello acquistato e completo di circa 2.200 mt di tubazione refluente, ha un valore commerciale di circa 1,3 milioni di euro, quindi notevolmente superiore alle risorse a disposizione per l’acquisto.
La logica conseguenza è stata la scelta, condivisa con la marineria di Goro, per un sistema usato in buone condizioni in grado però di realizzare tutte le tipologie di lavori di escavo necessari nei prossimi 10 anni in Sacca di Goro.
L’alternativa di acquistare con le risorse a disposizione un sistema nuovo ma con caratteristiche e potenza molto più limitate, non avrebbe permesso di fare tutti i lavori necessari per vivificare la laguna e perciò è stata consensualmente scartata.
Il bando di gara per aggiudicare la fornitura è stato europeo, cioè come vuole la legge, e la Provincia di Ferrara si è avvalsa della collaborazione di un ingegnere navale per verificare che tutte le caratteristiche, certificati e dichiarazioni presentati in sede di offerta, corrispondessero ai requisiti del bando, verificando poi la corrispondenza anche in sede di collaudo.
L’ammissibilità dell’offerta prevedeva, infatti, anche la presentazione dei certificati d’idoneità della draga secondo la legislazione vigente. Condizione che è stata assolutamente rispettata.
L’impianto, mediante il Co.Sa.Go, inizierà i propri lavori di escavo in Valle di Gorino ai primi di giugno, come da progetto Life, realizzando nei prossimi 12 mesi tre nuovi canali sublagunari lunghi circa 4,6 chilometri, movimentando circa 265mila metri cubi di sedimenti. A questo proposito, hanno già concluso il loro iter tutte le autorizzazioni necessarie per l’inizio dei lavori.

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PROVINCIA DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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