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Da: Organizzatori

E lunedì 3 ottobre l’anguilla sfumata di Orbetello è in tavola al ‘Cantinon’

Eventi e perle gastronomiche del Delta in festa, venerdì 30 settembre allo Stand Gastronomico Sagra dell’Anguilla: ritorna infatti l’ormai tradizionale incontro conviviale fra gli appuntamenti gourmet di Goro, Jolanda di Savoia, Lagosanto, Mesola e Comacchio che, dalle 19,30 sotto la grande tendostruttura di Argine Fattibello propongono per la serata uno speciale menu che prevede: cozze e vongole di Goro alla Marinara; riso Carnaroli di Jolanda Igp all’anguilla di Comacchio; gnocchetti agli asparagi Igp di Mesola e vongole di Goro; fritto di Valle alla Comacchiese e panna cotta con fragole alla Lagotta (menu completo – bevande escluse: euro 25,00 a persona). Sempre domani è in arrivo una delegazione dei pescatori di Orbetello che, nel pomeriggio di domenica, sarà protagonista di uno straordinario cooking show dedicato all’anguilla sfumata, elaborazione tipica della zona dell’Argentario da cui si ottiene un piatto tradizionale della zona che risalirebbe addirittura alla dominazione spagnola del XVI secolo. Una specialità che si potrà assaggiare lunedì 3 ottobre al ristorante Al Cantinon in occasione di una cena con menu a tema che vedrà l’abbinamento fra prodotti e tradizioni di Comacchio e di quest’angolo della Maremma toscana. In tavola: quadrato di marinati (alici, purea di sgombro, anguilla marinata, sarde in saor) con crostini; tagliolino al ragù d’anguilla con rondelle di carpaccio e pepe nero della Guiana; scaveccio (anguilla marinata) ed affumicati di Orbetello (anguilla e filetti di ombrina e cefalo) con verdura fresca e zuppa inglese alla vecchia maniera accompagnati da vini doc del Bosco Eliceo (costo: euro 45,00 a persona – prenotazione consigliata: tel. 0533 314252).
News e programma completo degli eventi in calendario – insieme a proposte di soggiorno e info dedicate – consultando il sito www.sagradellanguilla.it
In allegato: un’immagine di pesca dell’anguilla nella laguna di Orbetello.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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