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Da: LEGA – Davide Bergamini Referente Provinciale Ferrara

LEGA FERRARA: NUOVI INCARICHI PER AFFRONTARE LE SFIDE ELETTORALI. DAVIDE BERGAMINI, REFERENTE PROVINCIALE: “SPAZIO AI GIOVANI E ALLE IDEE”.

Nuovi incarichi sui territori, più spazio ai giovani e alle idee: così la lega Salvini Premier di Ferrara si prepara alle sfide elettorali della primavera. Il Referente Provinciale della Lega Davide Bergamini, per consolidare l’importante crescita della Lega sui territori e in vista prossimi appuntamenti amministrativi ha nominato i referenti territoriali per la provincia di Ferrara.

Gli incarichi di referente saranno assegnati a: Nicola Lodi per Ferrara, Luca Cardi per Cento, Ornella Bonati per Bondeno, Gianfranco Guizzardi per Terre del Reno, Massimo Baraldi per Copparo, Giuseppe Brina per Argenta, Maura Tomasi per Comacchio, resta diretta a Davide Bergamini Vigarano.

Per quanto riguarda la sezione di Cento, uno tra i Comuni più importanti che andrà al voto, ad essere nominato referente è stato Luca Cardi, già coordinatore provinciale dei giovani, che “si è dimostrato capace di coordinare in modo efficace il lavoro sui territori, nell’incontro e nell’ascolto dei cittadini”, spiega Bergamini. “Con la nomina di Cardi la Lega vuole dare il massimo spazio ai giovani che si impegnano e che dimostrano voglia di fare – spiega il referente provinciale – perché crediamo in una politica che valorizza le idee l’impegno e le capacità”

A tutti i nuovi referenti “auguriamo buon lavoro, certi di tutto il loro impegno per portare avanti il messaggio della Lega nonostante le tante difficoltà del momento imposte dalla pandemia e dalle sue conseguenze”, aggiunge Bergamini “Ora è il momento di impegnarsi al massimo soprattutto nei Comuni che nel 2021 andranno alle urne e dove il nostro obiettivo è affermare la capacità della Lega di amministrare, e di amministrare bene, ascoltando i cittadini. Questo è il segno distintivo del nostro modo di fare politica e di gestire i Comuni, come dimostrano le realtà in cui la Lega è alla guida della città, come Ferrara, che sta crescendo e migliorando la qualità della vita dopo anni di immobilismo”.

L’impegno deve essere forte anche nei territori che non vanno al voto, per riconfermare il trend positivo della Lega che, nonostante tutte le difficoltà, nell’anno 2020 ci ha visto riconfermare gli iscritti, segno evidente che i cittadini apprezzano il nostro lavoro”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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