Skip to main content

Da: Gruppo Lega Nord Emilia-Romagna

Il Gruppo Lega Nord ha depositato una Risoluzione, a prima firma Rancan, che impegna la Giunta “ad attivarsi per predisporre una normativa che regolamenti le attività e le pratiche manuali che prevedono un contatto fisico con i clienti, al fine di garantire idonei requisiti igienico sanitari e di sicurezza e tutela dei clienti e dei lavoratori”

“La Regione Emilia-Romagna si attivi al fine di predisporre con tutte le parti interessate una normativa che permetta di regolamentare i cosiddetti “Centri massaggi di esclusivo benessere”, nei quali vengono praticate attività e pratiche manuali che prevedono un contatto fisico con i clienti. Questo per garantire idonei requisiti igienico – sanitari e di sicurezza a tutela dei clienti e dei lavoratori”.
A chiederlo è il gruppo Lega Nord che oggi ha depositato una Risoluzione, prima firma del consigliere regionale Matteo Rancan, che impegna la Giunta di viale Aldo Moro “a colmare il vuoto legislativo regionale che ha favorito l’apertura di numerosi centri che, alla pratica dei massaggi, accostano attività illecite come lo sfruttamento della prostituzione, il lavoro minorile e il riciclaggio di denaro”.
“Con il termine “centro massaggi di esclusivo benessere” si designa una struttura dotata di postazione di massaggio senza alcun macchinario, i cui trattamenti non hanno nessuna finalità estetica – scrivono nell’atto d’indirizzo i consiglieri Alan Fabbri, Fabio Rainieri, Gabriele Delmonte, Stefano Bargi, Daniele Marchetti, Marco Pettazzoni, Andrea Liverani e Massimiliano Pompignoli -. Tuttavia, benché altre regioni italiane abbiano emanato regolamenti che introducono requisiti igienico – sanitari e di sicurezza necessari per lo svolgimento dell’attività la nostra Regione non possiede un’idonea regolamentazione relativa a questo tipo di attività”.
“Un horror vacui – incalza il gruppo del Carroccio – che, per l’appunto ha favorito l’apertura di numerosi centri che, alla pratica dei massaggi, accostano attività illecite”.
“Vien da sé – sottolineano i leghisti – che l’introduzione di una valida normativa rappresenterebbe uno strumento di tutela per clienti, lavoratori e tutti gli operatori del settore, contrastando il proliferare di attività illecite”.
A tal proposito, seguendo la strada indicata da altre Regioni, la Giunta emiliano-romagnola “deve predisporre una normativa stringente che disciplini i requisiti necessari per l’apertura dei Centri massaggi: oltre al possesso di un’idonea certificazione, ottenuta presso una scuola italiana legalmente riconosciuta, quale sigillo di professionalità e sicurezza, è bene che il Regolamento regionale – chiede il Gruppo leghista –preveda anche che il personale del Centro massaggi si lavi accuratamente le mani con acqua e sapone prima di iniziare ciascun trattamento; che il personale medesimo metta a conoscenza i clienti degli eventuali rischi collegati all’utilizzo di determinati prodotti; che il cliente venga informato informato preventivamente riguardo alle possibili controindicazioni derivanti da alcuni trattamenti manuali; e che, infine, il titolare o legale rappresentante, per ogni sede operativa dell’impresa, rediga ed applichi un protocollo di disinfezione, sanificazione e sterilizzazione di materiali, arredi e locali”.

tag:

Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it