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Al via anche il progetto VI.VE per compensare 1.225 tonnellate di emissioni CO 2 prodotte dalle
imprese aderenti, tramite attività di riforestazione nel Mato Grosso del Sud, in Brasile. Bologna, dicembre 2021 – Legacoop Emilia Ovest è una delle prime associazioni di categoria in Italia a diventare “Carbon Neutral” ed a lanciare un progetto per la compensazione delle emissioni di CO 2 delle cooperative aderenti.
Ad annunciarlo è la CCC – Carbon Credits Consulting Srl, innovativa PMI bolognese che opera nello
sviluppo di progetti forestali per il contrasto al cambiamento climatico, che ha curato l’operazione.
Primo step del progetto è stata la quantificazione dell’impronta carbonica (la Carbon Footprint) dell’Associazione, valutata in 431 tonnellate di emissioni di CO 2 (principalmente derivanti dal suo parco mezzi e dai consumi energetici), equivalenti a quelle prodotte da 359 autovetture di media
cilindrata che percorrono ogni anno 10.000 km.
Al fine di compensare tali emissioni, l’associazione ha acquisito crediti di carbonio certificati e riconosciuti dall’ONU per la riforestazione di un’area del Mato Grosso del Sud, in Brasile ( Fazenda
Nascente do Luar ). La concessione dei crediti deriva da un grande progetto di piantumazione di quasi mezzo milione di alberi e il sostegno con azioni concrete sul territorio. Sempre nell’ottica di promuovere una sensibilizzazione culturale tesa a porre l’ambiente al centro dei modelli di business delle proprie associate, Legacoop Emilia Ovest ha annunciato il “Progetto VI.VE, cooperazione per l’ambiente” destinato alle sue imprese associate e che ha visto finora l’adesione di 12 cooperative. Obiettivo del progetto, curato anch’esso in partnership con la Carbon Credits Consulting, la compensazione di 1.225 tonnellate di CO 2 (equivalenti alla rimozione dalle strade di 1.021 autovetture di media cilindrata o di 64 voli a massima capacità, con 200 passeggeri, sulla rotta Milano-Londra), prodotte principalmente dai parchi auto delle imprese partecipanti al progetto, tramite carbon credits certificati.
“L’emergenza ecologica e climatica è sempre più pressante e su questa oggi convergono le attenzioni e i programmi di tutti i Governi. Il nostro particolare approccio in progetti di riforestazione come quello realizzato per Legacoop Emilia Ovest”, evidenzia Andrea Cornacchia, fondatore e CEO di Carbon Credits Consulting, “prevede il coinvolgimento delle comunità locali e il ripristino e la tutela delle biodiversità presenti nelle aree oggetto di intervento. I progetti, omologati secondo il migliore Standard internazionale (VERRA di Washington DC), producono certificati di compensazione della CO 2 che poi aziende e privati acquistano al fine di compensare, su base volontaria, le proprie emissioni. Un mercato ancora in fase embrionale nel nostro Paese, ma che sta rapidamente evolvendo”.
Secondo le stime della FAO, la deforestazione a livello planetario procede con una velocità di circa
13 milioni di ettari all’anno, ossia un’area 50 volte il Lussemburgo. La deforestazione e la degradazione delle foreste figurano tra le maggiori cause di perdita di biodiversità e di incremento delle emissioni di CO 2 . Circa il 15% delle emissioni di gas serra determinate da attività umane sono infatti causate dalla distruzione delle foreste che rappresentano veri e propri stock di carbonio (la CO 2 viene immagazzinata dalla pianta sotto forma di legno). La deforestazione porta alla distruzione dello stock di carbonio: il legno viene bruciato o tagliato e lavorato con il ritorno della CO 2 in atmosfera.
I progetti Afforestation, Reforestation and Revegetation (ARR), oltre ai benefici climatici,  comportano consistenti vantaggi ambientali (proteggendo specie animali e vegetali) e sociali (coinvolgendo le comunità che vivono e dipendono da queste foreste).

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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