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Da: Ascom Ferrara

Un momento di riflessione sulla cultura della legalità nell’ambito della la quarta edizione della giornata di mobilitazione ‘Legalità mi piace!’ promossa dalla Confcommercio: si è trattato di una mattinata intensa che si è aperta con la lettura da parte del direttore generale di Ascom Confcommercio Ferrara Davide Urban di una lettera aperta – a firma del presidente provinciale Felloni e dello stesso Urban – che sottolinea l’impegno ed il lavoro costante svolto oltre a proporre di allargare a più realtà di protocollo operativo che consenta il rispetto della cultura della vita e della legalità. Una mattinata poi proseguita con i saluti del prefetto Michele Tortora che ha inteso” sottolineare con soddisfazione la grande consapevolezza espressa dagli interventi della Confcommercio nel sostenere come il rispetto della Legalità sia requisito fondamentale per lo sviluppo economico di questo territorio”. Al questore Antonio Sbordone il compito prettamente tecnico di rimarcare “Il problema a Ferrara è la micro criminalità (furti e spaccio di droghe) disorganizzata ma non per questa meno pericolosa a danno di famiglie e attività commerciali. Cosa provoca questi fenomeni? Incidono due fattori: la crisi economica ed i flussi migratori: è inutile nascondercelo. A Ferrara esistono però le condizioni di collaborazione ideale tra Istituzioni ed Associazioni per vincere questa battaglia”
Interventi che erano stati preceduti dal vicepresidente provinciale di Ascom Marco Amelio che ha voluto nel suo contributo rimarcare “Come gli atteggiamenti illegali e di abusivismo non solo creano un pesante danno alle aziende virtuose creando una concorrenza sleale non solo danneggiano l’erario statale e sottraendo oltre 180mila posti di lavoro regolari ma creano anche forti danni alla salute sottolineando il valore sociale ed etico delle imprese di vicinato ed il loro ruolo di responsabilità nei confronti dell’intera società”
Legalità mi piace è poi proseguita con il collegamento in streaming con la sede di Roma prima con la lettura del messaggio del Capo dello Stato Mattarella ed a seguire con l’intervento del presidente nazionale Carlo Sangalli che ha sottolineato in particolare: “In questa battaglia per la Legalità non possiamo e non dobbiamo abbassare la guardia. Confcommercio c’è a fianco degli imprenditori. La Legalità è la condizione necessaria ed intrinseca dello sviluppo delle imprese”.
Sono stati presentati i dati della inchiesta Format Research che ha evidenziato come ancora il 27% di italiani abbia almeno una volta acquistato nel 2016 in maniera illegale e nello stesso tempo come oltre il 65% delle imprese del commercio servizi e turismo si sentano colpite: un mercato dell’illegalità che brucia nel suo complesso qualcosa come 26 miliardi di Euro. I settori più colpiti sono l’abbigliamento, gli audiovisivi, gli alimentari ma anche i preziosi e i medicinali.
Sono stati anche snocciolati i risultati su scala nazionale del sondaggio on line GfK Eurisko che ha analizzato come ancora oggi una alta percentuale di imprenditori (più di uno su 4 del panel intervistato) si sentano minacciati in particolare dell’abusivismo e dalla piaga dei furti e come ancora un’altissima percentuale (86%) credano che leggi attuali siano inefficaci ed aumenta la percezione di quanti ritengano essenziale (78%) tra gli strumenti necessari ed efficaci la certezza della pena.

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ASCOM FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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