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Da Ufficio comunicazione Roberta Fusari Sindaca

La violenza contro le donne, fisica e morale, è una questione strutturale in Italia, che la destra anche ieri si è dimostrata non interessata ad affrontare, bloccando le norme che avrebbero consentito di perseguire chi diffonde video intimi online.

Il Parlamento ieri ha perso l’occasione di proteggere da questo fenomeno disgustoso soprattutto le donne e in particolare le giovani, che più spesso ne sono colpite.

Questo è avvenuto soprattutto per mano della Lega, che ogni giorno si dimostra più incurante delle necessità del Paese e invece sempre più aggressiva nell’attaccare i diritti civili faticosamente conquistati da generazioni di italiane e italiani.

Il tutto con l’attivo contributo del Movimento 5 Stelle, che pur proclamandosi favorevole ha votato contro perché la proposta non veniva dal partito di Luigi Di Maio. Come se i diritti delle donne andassero bene solo se c’è la firma dell’uomo giusto sotto.

Il fronte delle donne deve tornare a lavorare insieme al di là degli schieramenti politici, come avvenuto in passato per le grandi conquiste sociali, non solo per le donne, ma per i diritti di tutti. E questo sia a livello nazionale e internazionale, che necessariamente locale: quello da cui tutto parte, in cui si svolgono le nostre vite quotidiane e nel quale è attiva la lista “Azione Civica” per la quale sono candidata sindaca.

Un esempio concreto? Mostrarci unite contro la vergognosa manifestazione della Lega e di altre destre estreme estere a Verona contro i diritti delle donne e delle famiglie di ogni tipo.

Un evento che è talmente retrogrado ed oscurantista che avrebbe meritato forse di essere completamente ignorato, lasciando che passasse inosservato come giustamente avviene di altri incontri simili che piccolissimi gruppi di estremisti regolarmente organizzano.

Ma questa volta è diverso. A partire dal sostegno esplicito che per la prima volta gli hanno garantito la Lega, il sindaco leghista di Verona, membri del governo di Roma, che parteciperanno anche, insieme a oligarchi omofobi russi e integralisti antiabortisti americani.

Per una volta ai leghisti andrà anche bene condividere i riflettori con colleghi africani, come farà il ministro leghista Pillon con chi in Nigeria e Uganda ha sostenuto la pena di morte o l’ergastolo per il reato di omosessualità.

Dietro al sostegno a queste iniziative, come abbiamo visto anche ieri in Parlamento, c’è chiaramente la volontà pratica di far arretrare i diritti delle donne e delle minoranze e rendere le nostre comunità sempre più aggressive e intolleranti. Cioè l’esatto opposto della società gentile e inclusiva, in cui ognuno si senta a casa e nella quale ognuno possa dare il proprio contributo, in cui credo fortemente e che la nostra lista “Azione Civica” intende promuovere a Ferrara.

Aderiamo quindi alla contromanifestazione organizzata domani proprio a Verona da associazioni, sindacati e da tutta quella società civile che fortunatamente è molto più ampia e rappresentativa di quella del sedicente congresso mondiale di Verona.

“Azione Civica” parteciperà con donne e uomini della nostra lista, ma senza simboli elettorali, perché in gioco ci sono i diritti di tutti.

E invitiamo gli altri candidati sindaco, significativamente tutti uomini, a fare altrettanto.

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Riceviamo e pubblichiamo


PAESE REALE

di Piermaria Romani

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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