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Da: Ufficio Stampa CGIL CISL UIL

Non avendo ormai da tempo, e non per colpa nostra, nessun tipo di confronto con l’Amministrazione comunale di Ferrara abbiamo appreso dalla Stampa che la stessa avrebbe concordato, con tutte le forze economiche, un piano di rilancio dell’economia locale chiamato “Ferrara rinasce”.

E’ evidente anche per il Sindacato che l’effetto del fermo produttivo/commerciale di tantissime delle attività locali a causa dei provvedimenti relativi a Covid-19, produrrà gravi difficoltà alle imprese locali e ai dipendenti che vi lavorano.
Premesso che tutte le misure adottate in sicurezza tese a far ripartire e a dare un impulso al tessuto economico locale nella cosiddetta fase 2, non possono che trovare il sostegno delle OO.SS. Tuttavia se fosse stata data l’opportunità anche a noi di sedere a quel tavolo, avremo posto alcune domande.

1. Visto che le entrate dell’Ente non aumenteranno, anzi verranno meno diversi milioni per parcheggi gratuiti, tassa di soggiorno, canoni di attività chiuse, servizi a domanda individuale (rette, trasporti scolastici, ecc), permessi ZTL, ingressi ai musei, diminuzione di ICI su terreni Agricoli, scontistica sui servizi di igiene ambientale, ecc.: quali saranno i capitoli di spesa che saranno tagliati? E in quale misura? O quali misure verranno attuate per incrementare le entrate?
2. Si stanzieranno 1,5 Milioni di Euro a fondo perduto a favore del Commercio. E perché non al settore degli artigiani? C’è l’intenzione di vincolarli al rispetto della legalità?
3. da quanto si legge, gli aiuti saranno uguali per tutti con due sole unità di misura: realtà completamente inattive e realtà parzialmente inattive. Ciò a prescindere dai guadagni o dai volumi d’affari (e quindi imposte) dichiarati in precedenza? Si terrà conto dell’occupazione prodotta? Vi sarà un incentivo a chi incrementa posti di lavoro?
4. i beneficiari potranno utilizzarli per pagare utenze, costi di affitto, beni necessari. Tali misure non rischiano di sovrapporsi (vedi affitto) alle stesse che sta predisponendo il Governo con il cosiddetto DL “Aprile”?
5. Ai 1,5 Milioni di aiuti al settore si dovrebbero aggiungere, solo per citare le agevolazioni dirette, 2 Milioni di Cosap, 1,9 Milioni di Imposta sulla Pubblicità, per un totale 4,4 milioni?
Tutte queste agevolazioni che significano minori entrate non possono tradursi in un mancato incremento dei servizi per i cittadini.
6. Il comune intende definire misure quantitative altrettanto importanti a rafforzamento del sistema di Welfare che sarà sempre più necessario sostenere a causa della crisi economica? (si possono esplicitare le tante misure)
7. Sono previsti controlli e da parte di chi? E’ prevista la cancellazione dell’agevolazione alle aziende che percepiscono il contributo se le autorità preposte ai diversi controlli dovessero rilevare sanzioni?
8. Quale sarà il contributo di idee e proposte che il comune rappresentato dall’Assessore Travagli, si era impegnato a fornire alla Consulta dell’Economia e del Lavoro? Le promesse fatte ai dipendenti del Mercatone Uno non si sono ancora concretizzate.
9. quali investimenti strutturali si intendono mettere in campo?

C’è bisogno di visione per dare risposte ai tanti giovani studenti pendolari, a quelli in cerca di lavoro, ai dipendenti dei commercianti e non solo ai commercianti, alle migliaia di anziani che vivono con una misera pensione attraverso il rafforzamento del welfare e non con premesse che prefigurano la sua destrutturazione, alle tante mamme e ai tanti papà che vivono di lavoro e che devono avere certezze sugli investimenti al sistema scolastico, ai tanti lavoratori pendolari e non da ultimo a quel mondo del lavoro che viene lasciato nell’illegalità e che rappresenta la piaga per tutta la nostra economia.

Cristiano Zagatti, Bruna Barberis e Massimo Zanirato (CGIL CISL UIL Ferrara)

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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