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Da A. Carlos Dana

Egregio Direttore,

come Associazioni facenti parte del Comitato Ferrarese Area Disabili siamo a scriverle in merito alle notizie apparse sulla stampa locale che fanno riferimento alla querela che il Sig. Lodi ha esposto nei confronti del Geom. Fausto Bertoncelli,
tecnico dell’Ufficio Benessere Ambientale del Comune di Ferrara.

Le scriviamo, non per entrare nella questione personale, bensì perchè vorremmo manifestare il nostro apprezzamento al lavoro fatto, fino ad oggi, dal Sig. Bertoncelli, nelle sue funzioni di tecnico comunale, soprattutto per quanto riguarda
le problematiche relative alle disabilità.

Ci riferiamo, portando alcuni esempi tratti dalla cronaca locale: al lavoro, condiviso con le associazioni di rappresentanza dei cittadini disabili, che ha portato a rispondere al bisogno di inclusione, offrendo la facoltà di parcheggiare
in centro, aumentandone la disponibilità di stalli.

Oppure, tema a noi ancor più caro, il lavoro che Bertoncelli sta svolgendo in tema di appropriatezza dell’uso, spesso improprio, che viene fatto dei Contrassegni per invalidi e delle aree di sosta riservate, per le quali constatiamo quotidianamente abusi.

La reale sussistenza dei requisiti necessari al rilascio, all’uso ed alla condizione per ottenere tale documento è per noi di estrema importanza e lo dovrebbe essere per tutti, soprattutto i familiari delle persone che faticano a deambulare.
Chi abusa sottrae diritti ed opportunità ed alimenta
privilegi immotivati mentre per noi sono necessità e dignità.

Oltre a questo tante altre situazioni potrebbero essere citate, che ci hanno visto protagonisti di scelte per noi estremamente importanti ma rischieremmo di dilungarci troppo.
Vorremmo esprimere pubblicamente la nostra vicinanza all’amico Fausto, esortandolo a proseguire in questa opera all’interno dell’amministrazione che sta portando la nostra città ad una maggiore consapevolezza e rispetto delle regole e
delle norme esistenti, ma soprattutto ad una maggiore consapevolezza delle necessità che la disabilità porta con se, favorendo in maniera concreta ed efficace quella evoluzione culturale che da tanti anni andiamo cercando.
Tanto ci sentivamo in dovere di fare per riconoscenza di chi con il suo impegno ci
sta rappresentando nell’amministrazione e nella città.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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