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Visti gli eventi accaduti nelle ultime ore, ora più di prima si avverte uno stato di ansia e paura per una nuova possibile manifestazione di tali accadimenti. È vero, gli eventi atmosferici hanno portato danni e acqua alta anche in zone non toccate dall’idrovia, ma non possiamo nascondere il fatto che almeno la zona portuale sarebbe stata salvaguardata o quantomeno limitata nei danni se i lavori per il progetto idrovia avessero previsto una degna messa in sicurezza del porto canale, cosa ripetuta centinaia di volte.
La consigliera regionale Marcella Zappaterra ha difeso a spada tratta il proprio staff di ingegneri non prendendo in ipotesi la possibilità di un errore tecnico. Si ritiene che ora sia giunto il momento di acquisire una soluzione tecnica che risolva definitivamente il problema che non può provenire da chi non l’aveva prevista prima.
A seguito di nostra interpellanza e dalle pressioni della marineria, il Sindaco Marco Fabbri il 4 giugno 2014 con nota 871 prot. 26569 inoltrava alla Regione Emilia Romagna ed alla Presidente della Provincia Marcella Zappaterra, lo studio idraulico ed idrogeologico a supporto del Piano Regolatore del Porto del novembre 2007, col quale già con il vecchio porto segnalava la necessità di realizzare opere di difesa a mare per protezione dai marosi e per evitare il fenomeno di insabbiamento dell’imboccatura portuale.
Il 6 novembre 2014 si evince sia stato raggiunto un accordo tra Provincia e Regione per la messa in sicurezza del porto, quindi riconoscevano qualche difetto nel progetto, ora la Zappaterra si trincea dietro speculazioni politiche ? dicendo che non è colpa degli ingegneri e che l’acqua alta è un problema che abbiamo dal lontano 1966 ! Assurdo non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.
La problematica dell’allargamento, oltre ad essere palese agli occhi di un bambino, è stata sviscerata in tutte le salse ed in ogni occasione, ma ahinoi il tema dell’idrovia era il cavallo di battaglia delle campagne elettorali della ex-presidente, del suo partito e di tutto il mondo a questo correlato.
Non dimentichiamo poi le dichiarazioni dell’Assessore Nardini quando il 21 giugno 2014 dichiara alla stampa che per salvare l’idrovia occorre una biconca. Pragmaticamente significa: un opera mastodontica per imponenza strutturale ed economica mai realizzabile.

Come al solito i danni arrecati alla popolazione, alle imprese, non verranno mai adeguatamente affrontati e come al solito i responsabili pubblici non pagano mai e spesso vengono anche promossi.
Signor Sindaco per tutto quanto sopra esposto non ritiene che l’Amministrazione Comunale, in difesa della propria popolazione, debba costituirsi parte lesa e chiedere i danni causati dal progetto idrovia e pretendere subito i lavori di messa in sicurezza del porto canale ?

Il Capogruppo Comunale FI-Il Faro – Antonio Di Munno
Coordinatore Giovani FI Comacchio – Andrea Simoni

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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