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Da: Paola Peruffo Consigliere Comunale Forza Italia Ferrara

Non è una novità, Natale è tempo di consuntivi. Questo poi è un anno particolare, preelettorale, quindi più che di bilancio si parla di azioni di rilancio in vista di maggio prossimo, mese di Europee (con influenza su governo nazionale) e Amministrative.

Sul piano nazionale c’è la luce dei riflettori sugli annunci del Governo, con risultati raggiunti e raggiungibili, ma anche l’ombra inquietante di un’Europa che da organismo da ignorare è diventata la direttrice dei lavori, imponendo un non trascurabile zero al deficit di bilancio (da 2,4 a 2,04%). Conseguentemente il reddito di cittadinanza e quota 100 non sono più gli stessi, seppure siano stati confezionati con una bella carta da regalo.

Luci e ombre, come ovvio, anche su Ferrara e la sua Amministrazione. Ci è stato detto che la prossima Giunta erediterà una situazione, quantomeno finanziaria, totalmente sana. È Natale e non è il caso di sottolineare le zone d’ombra (alcune, beninteso, non si risolveranno in 5 anni qualunque sia la nuova Giunta) ma alcune cose sono sconvenienti anche in un clima sereno come quello natalizio. Con le urne vicine sono iniziate le buone azioni, quelle d’apparenza, anche dette regalie elettorali, come successo per la Sanità regionale, con riduzioni a pioggia per tutti, anche per chi guadagna 100mila euro. E questo non va bene, sia in generale che nella logica economica, dal momento che se proprio si volevano fare azioni generose si potevano attivare con maggiori avanzi di bilancio. Ma rassegniamoci, perché sarà così fino a maggio.

Annunci dagli angeli? Ancora nulla, però c’è la profezia di Tagliani che ha dichiarato che il prossimo sindaco sarà ancora di centro-sinistra. Tagliani è pienamente libero di lanciarsi in pronostici, mi chiedo però se non era il caso che si focalizzasse sulle competenze del prossimo primo cittadino, più che sull’etichetta politiche, non fosse altro che la maggioranza del Pd pare orientato ad appoggiare un candidato apolitico o impolitico.
Di luce, o ancor meglio, di illuminazione c’è bisogno anche nella dialettica politica. Non è vero che tutto va bene, ma occorre confessare che neppure tutto ciò che è vecchio è marcio e sbagliato o minacciare licenziamenti a destra e a manca.
Il rischio, in caso non scontato di vittoria, è quello di gettare il bambino con l’acqua sporca. La festa della Natività serva anche a questo monito.
Auguri a tutti.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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